...LO CHIAMEREMO FRANCESCO

Da qualche tempo viene chiamato semplicemente così il nuovo pontefice dell’impero Cattolico. I 265 papi che si sono succeduti non avevano ritenuto fosse il caso, considerata l’ingente ricchezza economica della chiesa Romana, di rendersi affatto credibili assumendo il nome di colui che visse secondo povertà. 

Perché va detto che modellare la potente macchina economica della chiesa papale sulla scia di San Francesco d’Assisi che visse di povertà è un’impresa poco entusiasta e credibile per qualsiasi osservatore. Lo sa bene la Curia romana e quanti con il Vaticano hanno intessuto un groviglio di affari lucrativi e immorali. 



Ma lui, il gesuita Jorge Mario Bergoglio ci crede, o almeno ci prova a renderlo credibile. Perché di questo si tratta. Dopo il tragico ma prevedibile allontanamento in massa dei cattolici dalla chiesa Romana, disgustati e scoraggiati dal moltiplicarsi di misfatti, scandali, immoralità che hanno tempestato sulla chiesa; e dopo il regime di papa Ratzinger che ha mosso una incredibile massa di malcontenti e inviperiti cristiani in grado di vedere oltre la cortina di santità, eccoci al tentativo urgente di rinnovamento e risveglio della morale cristiana a cui sono approdati i cardinali con l’elezione di un nuovo papa capace di entusiasmare e attrarre i fedeli avviliti con discorsi persuasivi di risveglio morale e spirituale e con fare paterno, comprensivo e soprattutto con molta indulgenza, che è la sola virtù trovabile e pare renda sempre bene. 

E questo è piaciuto, come dopo una bufera si acclama il cielo luminoso, si sente nell’aria e fora i teleschermi della nostra tv che incontra le immagini di Francesco sempre sorridente e felice tra la gente, incoraggia e dice che la soluzione all’immoralità devastante consiste nel riscattare i valori del cristianesimo; mangia un pasto frugale alla mensa dei frati e lava i piedi in segno di umiltà. L’illusione è perfetta, Francesco è il papa innovatore che serve per rimettere in luce la chiesa e ristabilire ordine e dignità. E c’è chi pensa come l’attore Jeremy Irons, che sia “Francesco il solo principe rimasto che ha ancora il potere di cambiare le cose” (Sette-Corriere della sera, venerdì 7 Giugno 2013).

Già la popolarità e le speranze sono tante ed esultanti con acclamazione di folla, che di fatto nella chiesa Romana Cristo Gesù viene nuovamente archiviato e disperso tra le numerose icone che popolano l’immaginario salvifico dei cattolici; sebbene lui, Gesù Cristo, sia l’unico e vero “Principe della pace” (Isaia 9:5) in grado di dare pace vera e sicura salvezza a questo nostro mondo malato. Così le attese e le speranze delle nazioni e dei loro capi sono riposte in Francesco, il solo principe che cambierà il mondo, e stavolta sperano in bene.

La parola profetica avverte che questo è esattamente l’anelito che i governi di tutto il mondo finiranno per nutrire sul finire degli ultimi tempi, perché disarmati e incapaci di trovare da se stessi una soluzione e il bandolo della matassa in questo groviglio inestricabile di guerre, ingiustizie e tensioni internazionali che arroventano il pianeta:

“Costoro (i re della terra) hanno uno stesso pensiero e DARANNO la loro potenza e la loro autorità alla bestia” Apocalisse 17:13 “..adorarono la bestia dicendo: «Chi è simile alla bestia? e chi può combattere contro di lei?» Apocalisse 13:4; “Poiché Iddio ha messo in cuor loro (ai re) di eseguire il suo disegno e di avere un medesimo pensiero e di DARE il loro regno alla bestia finché le parole di Dio siano adempiute. E la donna che hai veduta è la grande città che impera sui re della terra” Apocalisse 17:17-18.

Quando i governi umani resi esausti dal disperato tentativo di raccogliere i cocci di questo mondo ridotto a brandelli riconosceranno il papa come il “solo principe” con il potere di “aggiustare” le cose e di conseguenza rimetteranno a lui il potere di legiferare e stabilire giudizi e provvedimenti di ordine mondiale a cui obbedire con fiducia cieca, allora siamone certi e preparati poiché la parola profetica avverte che vi sarà la totale sospensione del diritto e della legalità. “..la bestia parlava di far uccidere tutti coloro che non lo adoravano”. “..seduceva quelli che abitano sulla terra con i segni che le era dato di fare… e che nessuno potesse comprare o vendere se non quelli che avessero il marchio, cioè il nome della bestia o il numero del suo nome.”. Apocalisse 13:15-18

Senza Gesù Cristo, il vero Principe della pace, il genere umano è stretto nel tino della tribolazione; non ha futuro e resta intrappolato nei lacci stringenti della disperazione e dell’accecamento spirituale. Qualsiasi strategia, anche quella suggerita dal desiderio sincero di ristabilire l’ordine, che non contempli il ritorno alla centralità della parola di Dio, che non riponga quello che il Signore dice al disopra della parola dei governi, dei papi, delle madonne e dei falsi profeti, è destinato a infrangersi e naufragare sugli scogli taglienti dell’orgoglio e dell’ambizione devastante.

Dunque siamo di fronte a una svolta decisiva della chiesa Romana, oppure è in atto il tentativo finale di accecamento della coscienza? Lo sapremo osservando gli eventi attraverso la profezia: “Abbiamo la parola profetica che è sicura: farete bene a prestarle attenzione, come a una lampada splendente in luogo oscuro, fino a quando spunti il giorno e la stella mattutina sorga nei vostri cuori.” 2Pietro 1:19

La storia ricorda che i poteri forti dominatori della coscienza da ogni tragedia hanno saputo trarre vantaggi e tornaconto irrinunciabili, così che presto o tardi hanno reso un calice amaro di dannazione, di ingiustizia e disperazione. Le prospettive umane sarebbero dunque tragiche, e penosa la devastazione della vita sociale se Dio non avesse già sentenziato il suo misericordioso alt alla potenza blasfema e arbitraria: “in uno stesso giorno verranno le sue piaghe, mortalità e cordoglio e fame, e sarà consumata dal fuoco; poiché potente è il Signore Iddio che l’ha giudicata” Apocalisse 18:8

All’orizzonte della storia si annunciano capitoli oscuri che saranno la riedizione in chiave moderna dello spirito orgoglioso e persecutore della chiesa apostata che ha caratterizzato i secoli bui del nostro passato inglorioso. Ma per coloro che hanno fatto di Dio il solo rifugio e in preghiera confidano nella sua misericordia e nel suo amore, quelli che si annunciano come giorni di tenebra saranno i segni della liberazione finale dai corrotti poteri umani. A coloro che consapevoli dell’ora affidano la propria vita al Dio Creatore e confidano nella sua parola, il Signore promette:

“Egli si affida a me, dice il Signore, lo libererò, lo proteggerò, perché mi conosce. Quando mi invocherà, gli risponderò. Sarò con lui in ogni pericolo, lo salverò e lo renderò onorato. Gli donerò una vita lunga e piena, gli farò provare la mia salvezza”. Salmo 91:14-16

di Ruggiero Fiorella
(fonte: facebook)



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