Il Cammino Neocatecumenale


PREMESSA NECESSARIA PER COLORO CHE NON SANNO NULLA DEL CAMMINO NEOCATECUMENALE

La storia del Cammino Neocatecumenale

Il Cammino Neocatecumenale ebbe inizio nel 1964 fra i baraccati di Palomeras Altas, a Madrid, per opera di Francisco (Kiko) Argüello e di Carmen Hernández, che dietro richiesta di quei poveri con i quali vivevano, cominciarono ad annunciare loro il Vangelo, naturalmente nella maniera in cui lo annuncia la Chiesa Cattolica Romana. 

E con il passare del tempo questa predicazione si trasformò in un itinerario catechetico fondato sulla Parola di Dio, la Liturgia e la Comunità, un ‘itinerario di riscoperta del Battesimo e di educazione permanente nella fede, proposto ai fedeli che desideravano ravvivare nella loro vita la ricchezza dell’iniziazione cristiana, percorrendo questo cammino di conversione e di catechesi’. 


Questa esperienza incontrò il favore dell’arcivescovo di Madrid che ne incoraggiò la diffusione nelle parrocchie che richiedessero questo Cammino. E così il Cammino si diffuse nell’arcidiocesi di Madrid e in altre diocesi spagnole. Nel 1968 i fondatori del Cammino giunsero a Roma e si stabilirono nel Borghetto Latino e con il permesso del Cardinale Angelo Dell’Acqua fu intrapreso il Cammino nella parrocchia di Nostra Signora del Santissimo Sacramento e Santi Martiri Canadesi. A partire da quella data il Cammino si è andato diffondendo in diocesi di tutto il mondo.

Il Cammino - il cui itinerario è vissuto nelle parrocchie, in piccole comunità costituite da persone di diversa età e condizione sociale – è al servizio dei vescovi e dei preti e ha lo scopo di far riscoprire ai Cattolici tiepidi e secolarizzati, cioè a quelli che si sono allontanati dalla loro Madre Chiesa, il valore del battesimo ricevuto da infanti, battesimo che come sappiamo è considerato dalla Chiesa Cattolica Romana un sacramento fondamentale e necessario per la salvezza assieme a quello della confessione. Ma il Cammino costituisce anche uno strumento per ‘l’iniziazione cristiana’ degli adulti che si preparano a ricevere il Battesimo.


Il Vaticano ha approvato lo Statuto del Cammino Neocatecumenale confermandone la prassi in oltre 105 nazioni per più di trenta anni. Il decreto di approvazione è stato consegnato solennemente, il 28 giugno 2002 agli iniziatori del cammino, Kiko Argüello e Carmen Hernández insieme al sacerdote Mario Pezzi, dal Cardinale Stafford, presidente del Pontificio Consiglio dei Laici, il Dicastero a cui Giovanni Paolo II ha affidato il compito di guidare l’elaborazione dello Statuto.

Paolo VI e Giovanni Paolo II in varie occasioni hanno elogiato il Cammino Neocatecumenale, ecco alcune delle loro dichiarazioni.

Paolo VI disse: ‘(...) Quanta gioia e quanta speranza ci date con la vostra presenza e con la vostra attività! Sappiamo che nelle vostre comunità voi vi adoperate insieme a comprendere e a sviluppare le ricchezze del vostro Battesimo e le conseguenze della vostra appartenenza a Cristo. (...) Vivere e promuovere questo risveglio è quanto voi chiamate una forma di "dopo Battesimo" che potrà rinnovare nelle odierne comunità cristiane quegli effetti di maturità e di approfondimento, che nella Chiesa primitiva erano realizzati dal periodo di preparazione al Battesimo. Voi lo portate dopo: il prima o dopo, direi, è secondario. II fatto è che voi mirate all'autenticità, alla pienezza, alla coerenza, alla sincerità della vita cristiana. E questo è merito grandissimo, ripeto, che ci consola enormemente e che ci suggerisce e ci ispira gli auguri, i voti e le benedizioni più copiose per voi, per quanti vi assistono’ (Paolo VI alle Comunità Neocatecumenali, Vaticano (udienza) 08/05/1974).

Giovanni Paolo II ha detto: ‘È bello anche il nome: neocatecumenale, comunità neocatecumenali. Perché quel nome ci fa pensare ai catecumeni che si preparavano una volta al Battesimo (...) Adesso questo ci manca in un certo senso perché i cristiani vengono battezzati piccoli (...) Manca un po' quella istituzione della Chiesa primitiva, cioè quella della preparazione che ci impegna nel Battesimo. Il Battesimo diventa una cosa fatta ma non una cosa maturata. Allora i movimenti neocatecumenali cercano di completare, di compiere un po' quello che ci manca’ (Visita di Giovanni Paolo II alla parrocchia di san Giovanni evangelista a Spinaceto, 18/11/1979), ed anche: ‘Voi avete fatto un cammino per scoprire la vostra fede, per scoprire il tesoro divino che portate in voi, nelle vostre anime. Ed avete fatto tale scoperta, scoprendo il mistero del Battesimo. È vero che sono molti i battezzati nel mondo. (...) Fra questi battezzati, non so quanti siano quelli che sono coscienti del loro Battesimo, non semplicemente del fatto di essere battezzati, ma di che cosa vuol dire essere battezzati, di che cosa vuol dire il Battesimo.(...) Ecco, scoprire la profonda dinamica della nostra fede è scoprire il pieno contenuto del nostro Battesimo. Se capisco bene, la vostra strada consiste essenzialmente in questo: scoprire il mistero del Battesimo, scoprire il suo pieno contenuto e così scoprire che cosa vuol dire essere cristiano, credente. (...) I Sacramenti fanno strada allo Spirito Santo che opera nelle nostre anime, nei nostri cuori, nella nostra umanità, nella nostra personalità, ci costruisce di nuovo, crea un uomo nuovo. Ecco, questo cammino, cammino della fede, cammino del Battesimo riscoperto, deve essere un cammino dell'uomo nuovo’ (Visita di Giovanni Paolo II alla parrocchia di Nostra Signora del SS. Sacramento e dei santi martiri canadesi (Roma) 02/11/1980

Obbiettivi e prassi
Ecco adesso alcune dichiarazioni tratte dallo Statuto del Cammino Neocatecumenale che chiariscono i suoi scopi e la sua prassi.

Articolo 5:
[Destinatari]
1. Il Neocatecumenato è uno strumento al servizio dei Vescovi per la riscoperta dell’iniziazione cristiana degli adulti battezzati. Tra questi si possono distinguere:
1°. coloro che si sono allontanati dalla Chiesa;
2°. coloro che non sono stati sufficientemente evangelizzati e catechizzati;
3°. coloro che desiderano approfondire e maturare la loro fede;
4°. coloro che provengono da confessioni cristiane non in piena comunione con la Chiesa cattolica.

2. I chierici e i religiosi che desiderano ravvivare il dono del Battesimo attraverso il Neocatecumenato, e così anche meglio servirlo, lo percorrono nel rispetto della vocazione e del carisma loro propri, e nell’adempimento dei compiti assegnati loro dal Vescovo diocesano o, nel caso di religiosi, dal Superiore. Per i religiosi inoltre si richiede il consenso del proprio Superiore.

Art. 6
[Il Neocatecumenato si attua nella parrocchia]

1. Il Neocatecumenato, in quanto itinerario di riscoperta dell’iniziazione cristiana, è attuato di norma nella parrocchia, "ambito ordinario dove si nasce e si cresce nella fede", luogo privilegiato in cui la Chiesa, madre e maestra, genera nel fonte battesimale i figli di Dio e li "gesta" alla vita nuova.


2. Poiché la pastorale di iniziazione cristiana è vitale per la parrocchia, il Parroco è al centro dell’attuazione del Cammino Neocatecumenale, esercitando, anche con la collaborazione di altri presbiteri, la cura pastorale di coloro che lo percorrono.

3. Il Cammino Neocatecumenale mirerà a promuovere nei suoi destinatari un maturo senso di appartenenza alla parrocchia e a suscitare rapporti di profonda comunione e collabo-razione con tutti i fedeli e con le altre componenti della comunità parrocchiale.

Articolo 7
[Il Neocatecumenato si attua in piccola comunità]

1. All’interno della parrocchia, il Neocatecumenato è vissuto in piccola comunità – denominata comunità neocatecumenale –, dato che la forma completa o comune dell’iniziazione cristiana degli adulti è quella comunitaria.

2. Modello della comunità neocatecumenale è la Sacra Famiglia di Nazaret, luogo storico dove il Verbo di Dio, fatto Uomo, si fa adulto crescendo "in sapienza, età e grazia", stando sottomesso a Giuseppe e Maria. Nella comunità i neocatecumeni divengono adulti nella fede, crescendo in umiltà semplicità e lode, sottomessi alla Chiesa.

Art. 8
[Catechesi iniziali, itinerario neocatecumenale, "tripode" ed équipe di catechisti]

1. Il Neocatecumenato consta delle catechesi iniziali (Cap. II) e dell’itinerario neocatecumenale, articolato secondo le tre fasi dell’iniziazione cristiana: precatecumenato, catecumenato ed elezione, divise in tappe, scandite da passaggi segnati da alcune celebrazioni (Cap. IV).

2. Le catechesi iniziali e l’itinerario neocatecumenale si basano sui tre elementi fondamentali ("tripode") della vita cristiana, messi in rilievo dal Concilio Vaticano II: Parola di Dio, Liturgia e Comunità (Cap. III).

3. Al centro di tutto il percorso neocatecumenale vi è una sintesi tra predicazione kerigmatica, cambiamento della vita morale e liturgia.

4. Il Neocatecumenato è guidato, in comunione con il Parroco e sotto la sua responsabilità pastorale, da un’équipe di catechisti (Titolo V), nel rispetto di quanto stabilito dall’art. 2.

5. Detta équipe, con le catechesi iniziali, avvia un processo di gestazione alla fede in cui si formano le comunità e ritorna periodicamente, di norma una volta all’anno, per condurre i diversi passaggi dell’itinerario neocatecumenale e dare le indicazioni necessarie per lo svolgimento delle varie fasi e tappe.

Art. 9
[Kerigma e celebrazioni]

Il Neocatecumenato comincia nella parrocchia, su invito del Parroco, con delle catechesi kerigmatiche, chiamate catechesi iniziali, contenute nel Direttorio. Esse si svolgono nell’arco di due mesi, in quindici incontri serali, e si concludono con una convivenza di tre giorni. Al fine di sperimentare il Tripode: Parola, Liturgia, Comunità, su cui si basa la vita cristiana, le catechesi iniziali sono articolate in tre parti:

1ª. L’annuncio del kerigma che chiama a conversione: la buona notizia della morte e della risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo; "infatti… è piaciuto a Dio di salvare coloro che credono mediante la stoltezza del kerigma" (1 Cor 1,21). Questa "parola di salvezza" chiama alla conversione e alla fede, invita a riconoscersi peccatori, ad accogliere il perdono e l’amore gratuito di Dio e a mettersi in cammino verso la propria trasformazione in Cristo, per la potenza dello Spirito. La conversione è sigillata dalla celebrazione della Penitenza, secondo il rito della riconciliazione di più penitenti, con confessione e assoluzione individuale. Questo sacramento, celebrato periodicamente, sosterrà il cammino di conversione dei singoli e della comunità.

2ª. Il kerigma preparato da Dio attraverso la storia della salvezza (Abramo, Esodo, ecc.): si danno le chiavi ermeneutiche necessarie per l’ascolto e la comprensione della Sacra Scrittura: vedere in Gesù Cristo il compimento delle Scritture e mettere i fatti della propria storia sotto la luce della Parola. Quest’iniziazione alla Scrittura viene sigillata in una celebrazione della Parola, in cui i partecipanti ricevono la Bibbia dalle mani del Vescovo, garante della sua autentica interpretazione, come segno che la madre Chiesa d’ora innanzi lungo il Cammino li nutrirà settimanalmente a questa mensa, fonte viva della catechesi.

3ª. Il kerigma nei sacramenti e nella koinonia: le catechesi culminano nella convivenza con la celebrazione dell’Eucaristia. Detta celebrazione, preparata da opportune catechesi, aiuta a riscoprire lo splendore pasquale messo in risalto dal Concilio Vaticano II e a sperimentare la comunione tra i fratelli. Infatti "non è possibile che si formi una comunità cristiana se non avendo come radice e come cardine la celebrazione della sacra Eucaristia, dalla quale deve quindi prendere le mosse qualsiasi educazione tendente a formare lo spirito di comunità". La celebrazione dell’Eucaristia accompagnerà la comunità durante tutto l’itinerario.

Art. 10
[Nascita della comunità neocatecumenale]

1. Nell’ultimo giorno della convivenza si proclama il Sermone della Montagna, disegno dell’uomo nuovo, e si presenta l’itinerario neocatecumenale come un cammino di gestazione, ad immagine della Santa Vergine Maria.

2. Attraverso la predicazione e le celebrazioni fatte nelle catechesi iniziali, lo Spirito Santo invita uomini e donne di diversa età, mentalità, cultura e condizione sociale a intraprendere insieme un itinerario di conversione, fondato sulla riscoperta progressiva delle "immense e straordinarie ricchezze e responsabilità del Battesimo ricevuto", per operare in loro la graduale crescita e maturazione della fede e della vita cristiana. Alla fine della convivenza, con coloro che accolgono la chiamata a percorrere tale catecumenato post-battesimale viene formata la comunità neocatecumenale.

3. La comunità neocatecumenale è affidata alla cura pastorale del Parroco e del presbitero da lui incaricato (cfr. art. 27). Inoltre la comunità indica, mediante votazione, un responsabile laico e alcuni corresponsabili, che vengono confermati dal Parroco e dall’équipe dei catechisti. Essi collaborano con il Presbitero per assicurare che la comunità percorra l’itinerario del Cammino Neocatecumenale, secondo quanto stabilito nello Statuto e nel Direttorio, e per curare gli aspetti organizzativi.

4. L'équipe dei catechisti, concluse le catechesi iniziali, illustra al Presbitero, che presiede la comunità, e all’équipe dei responsabili le modalità tipiche del Cammino Neocatecumenale nella preparazione delle celebrazioni della Parola e dell’Eucaristia e nello svolgimento delle convivenze mensili, indicando i temi biblici di formazione per la celebrazione della Parola.

Art. 11
[Celebrazione settimanale della Parola]

1. Ciascuna comunità neocatecumenale settimanalmente ha una celebrazione della Parola di Dio, di norma con quattro letture, secondo i temi indicati dal Direttorio catechetico del Cammino Neocatecumenale per ogni tappa.

2. Nella celebrazione della Parola di Dio, prima dell’omelia, il presbitero invita chi lo desidera tra i presenti ad esprimere brevemente ciò che la Parola proclamata ha detto alla sua vita. Nell’omelia, che ha un posto privilegiato nell’istruzione del Neocatecumenato, il presbitero prolunga la proclamazione della Parola, interpretandola secondo il Magistero e attualizzandola nell’oggi del cammino di fede dei neocatecumeni.

3. Ogni celebrazione della Parola è preparata accuratamente, a turno, da un gruppo della comunità, con l’aiuto, quando possibile, del presbitero. Il gruppo sceglie le letture e i canti, prepara le monizioni e dispone la sala e i segni liturgici per la celebrazione, curandone con zelo la dignità e la bellezza.

4. Per approfondire la Scrittura "con l’intelligenza ed il cuore della Chiesa", i neocatecumeni si avvalgono soprattutto della lettura degli scritti dei Padri, dei documenti del Magistero, in particolare del Catechismo della Chiesa Cattolica, e di opere di autori spirituali.

Art. 12
[Veglia pasquale]

1. Cardine e fonte della vita cristiana è il mistero pasquale, vissuto e celebrato in modo eminente nel Santo Triduo, il cui fulgore irradia di luce l’intero anno liturgico. Esso costituisce pertanto il fulcro del Neocatecumenato, in quanto riscoperta dell’iniziazione cristiana.

2. "La veglia pasquale, centro della liturgia cristiana, e la sua spiritualità battesimale, sono ispirazione per tutta la catechesi". È per questo motivo che, durante l’itinerario, i neocatecumeni sono iniziati gradualmente ad una più perfetta partecipazione a tutto ciò che la santa notte significa, celebra e realizza.

3. In questo modo il Neocatecumenato contribuisce a formare poco a poco un’assemblea parrocchiale che prepara e celebra la veglia pasquale nella notte santa, con tutta la ricchezza degli elementi e dei segni liturgici e sacramentali voluti dalla Chiesa.

Art. 13
[Eucaristia]

1. L’Eucaristia è essenziale al Neocatecumenato, in quanto catecumenato post-battesimale, vissuto in piccola comunità. L’Eucaristia infatti completa l’iniziazione cristiana.

2. I neocatecumeni celebrano l’Eucaristia nella piccola comunità per essere iniziati gradualmente alla piena, consapevole e attiva partecipazione ai divini misteri, anche secondo l’esempio di Cristo, che nella moltiplicazione dei pani fece sedere gli uomini "in gruppi di cinquanta" (Lc 9,14). Tale consuetudine, consolidata nella prassi ultra trentennale del Cammino, è feconda di frutti.

3. In considerazione anche "di specifiche esigenze formative e pastorali, tenendo conto del bene di singoli o di gruppi, e specialmente dei frutti che possono derivarne all’intera comunità cristiana", la piccola comunità neocatecumenale, con l’autorizzazione del Vescovo diocesano, celebra l’Eucaristia domenicale, aperta anche ad altri fedeli, dopo i primi vespri.

4. Ogni celebrazione dell’Eucaristia è preparata, quando possibile sotto la guida del Presbitero, da un gruppo della comunità neocatecumenale, a turno, che prepara brevi monizioni alle letture, sceglie i canti, provvede il pane, il vino, i fiori, e cura il decoro e la dignità dei segni liturgici.

Art. 14
[Penitenza, preghiera, anno liturgico, pratiche di pietà]

1. "Il sacramento della Penitenza contribuisce in massimo grado a sostenere la vita cristiana". Nel loro itinerario di conversione, i neocatecumeni lo celebrano periodicamente secondo il rito per la riconciliazione di più penitenti con confessione e assoluzione individuale. Sono educati inoltre ad accostarsi con assiduità al sacramento della Penitenza secondo il rito per la riconciliazione dei singoli penitenti.

2. I neocatecumeni vengono gradualmente iniziati alla preghiera liturgica e all’orazione. I genitori sono istruiti a trasmettere la fede ai figli in una celebrazione domestica, fatta durante le Lodi della Domenica. I figli sono preparati alla Prima Comunione e alla Cresima nella parrocchia e dopo i 13 anni sono invitati a iniziare il Cammino Neocatecumenale.

3. La Chiesa inizia progressivamente i neocatecumeni alle ricchezze spirituali e catechetiche dell’anno liturgico, in cui essa "celebra tutto il mistero di Cristo". A tal fine, prima dell’Avvento, della Quaresima e della Pasqua, i catechisti fanno un annunzio preparatorio.

4. I neocatecumeni vengono inoltre gradualmente istruiti al culto eucaristico fuori della Messa, all’adorazione notturna, alla recita del santo Rosario e alle altre pratiche di pietà della tradizione cattolica.

Art. 15
[Dimensione comunitaria e convivenza]

1. L’educazione alla vita comunitaria è uno dei compiti fondamentali dell’iniziazione cristiana. Il Neocatecumenato educa ad essa in modo graduale e costante mediante l’inserimento in una piccola comunità, quale corpo di Cristo risorto, aperta alla vita della comunità parrocchiale e di tutta la Chiesa.

2. Momento particolare di tale educazione è la giornata mensile di convivenza di ogni comunità neocatecumenale. In essa, dopo la celebrazione delle Lodi, si comunica l’esperienza di ciò che la grazia di Dio sta compiendo nella propria vita e si manifestano le eventuali difficoltà, nel rispetto della libertà delle coscienze delle persone. Questo favorisce la conoscenza e l’illuminazione reciproca e il mutuo incoraggiamento, nel vedere l’operare di Dio nella storia di ciascuno.

3. La comunità aiuta i neocatecumeni a scoprire il loro bisogno di conversione e di maturazione nella fede: la diversità, i difetti, le debolezze mettono in evidenza l’incapacità di amare l’altro così com’è, distruggono i falsi ideali di comunità e fanno sperimentare che la comunione(koinonia) è opera dello Spirito Santo.

Art. 16


[L’esperienza della koinonia e i frutti della comunità]


1. Nella misura in cui i neocatecumeni crescono nella fede, cominciano a manifestarsi i segni della koinonia: il non giudicare, la non resistenza al malvagio, il perdono e l’amore al nemico. La koinonia si visibilizza anche nel soccorso ai bisognosi, nella sollecitudine per i malati, per i sofferenti e per gli anziani e nel sostegno, per quanto possibile, di coloro che sono in missione, secondo quanto indicato nel Direttorio. I neocatecumeni vengono gradualmente formati a un sempre più profondo spirito di comunione e di aiuto reciproco.

2. Il Neocatecumenato forma così progressivamente nella parrocchia un insieme di comunità che rendono visibili i segni dell’amore nella dimensione della croce e della perfetta unità, e in tal modo chiamano alla fede i lontani e preparano i non cristiani a ricevere l’annuncio del Vangelo.

3. Il Cammino Neocatecumenale è offerto quindi come strumento atto ad aiutare la parrocchia a compiere sempre più la missione ecclesiale di essere sale, luce e lievito del mondo, e a risplendere davanti agli uomini come Corpo visibile di Gesù Cristo risorto, sacramento universale di salvezza.

Art. 17


[Iniziazione alla missione]


1. "La catechesi rende il cristiano idoneo a vivere in comunità e a partecipare attivamente alla vita e alla missione della Chiesa". I neocatecumeni sono iniziati a "essere presenti da cristiani nella società" e "a prestare la loro cooperazione nei differenti servizi ecclesiali, secondo la vocazione di ciascuno".

2. I neocatecumeni collaborano "attivamente all’evangelizzazione e all’edificazione della Chiesa" innanzitutto essendo ciò che sono: il loro proposito di vivere in modo autentico la vocazione cristiana si traduce in una testimonianza efficace per gli altri, in uno stimolo alla riscoperta di valori cristiani che potrebbero altrimenti restare quasi nascosti.

3. Dopo un certo tempo di Cammino, ogni comunità neocatecumenale indica mediante votazione alcuni fratelli perché svolgano il compito di catechisti. Questi, se accettano tale designazione, e previa approvazione da parte del Parroco e dei catechisti che guidano la comunità, costituiscono, insieme al presbitero e al responsabile della comunità, un’équipe di catechisti, per evangelizzare e guidare nuove comunità, sia nella propria che in altra parrocchia, o in altra diocesi, in cui i rispettivi parroci o Ordinari diocesani lo richiedono.

4. I neocatecumeni collaborano all’azione missionaria e pastorale della parrocchia e della diocesi. Prima della "Redditio symboli", tenuto conto della loro maturità di fede, coloro che lo desiderano offrono la propria cooperazione; dopo, come parte integrante dell’iniziazione cristiana, i neocatecumeni partecipano nei differenti servizi ecclesiali, secondo la vocazione di ciascuno.

Art. 18


[Iniziazione e formazione alla vocazione sacerdotale]


1. Il Cammino Neocatecumenale, come ogni vero itinerario di catechesi, è anche un "mezzo per suscitare vocazioni sacerdotali e di particolare consacrazione a Dio nelle diverse forme di vita religiosa e apostolica e per accendere nel cuore dei singoli la vocazione speciale missionaria".

2. Il Cammino Neocatecumenale è anche uno strumento che si offre al servizio dei Vescovi per la formazione cristiana dei candidati al presbiterato.

3. I Seminari diocesani e missionari "Redemptoris Mater" sono eretti dai Vescovi diocesani, in accordo con l’Équipe Responsabile internazionale del Cammino, e si reggono secondo le norme vigenti per la formazione e l’incardinazione dei chierici diocesani e secondo statuti propri, in attuazione della Ratio fundamentalis institutionis sacerdotalis. In essi i candidati al sacerdozio trovano nella partecipazione al Cammino Neocatecumenale un elemento specifico e basilare dell’iter formativo e, al contempo, sono preparati alla "genuina scelta presbiterale di servizio all’intero Popolo di Dio, nella comunione fraterna del presbiterio".

4. Spetta al Vescovo diocesano nominare, su presentazione dell’Équipe Responsabile internazionale del Cammino, il Rettore e gli altri superiori ed educatori dei Seminari diocesani e missionari "Redemptoris Mater". Il Rettore, a nome del Vescovo e in stretto legame con lui, sovrintende agli studi dei seminaristi e al loro itinerario formativo, e accerta l’idoneità dei candidati al sacerdozio.

Art. 19


[1ª fase: precatecumenato post-battesimale]


1. La prima fase del Neocatecumenato è il precatecumenato post-battesimale, che è un tempo dikenosi per imparare a camminare nell’umiltà. Essa è divisa in due tappe:

1ª. Nella prima tappa, che va dalle catechesi iniziali fino al primo scrutinio di passaggio al catecumenato post-battesimale, e che dura circa due anni, i neocatecumeni imparano il linguaggio biblico, celebrando settimanalmente la Parola di Dio, con temi semplici che percorrono tutta la Scrittura, come: acqua, roccia, agnello, ecc. La Parola di Dio, l’Eucaristia e la comunità aiutano gradualmente i neocatecumeni a svuotarsi dei falsi concetti di sé e di Dio ed a scendere alla loro realtà di peccatori, bisognosi di conversione, riscoprendo la gratuità dell’amore di Cristo, che li perdona e li ama. Nella celebrazione conclusiva del primo scrutinio di passaggio al catecumenato post-battesimale, dopo l’iscrizione del nome, chiedono alla Chiesa di essere aiutati a maturare nella fede per compiere le opere di vita eterna, e ricevono il segno della croce gloriosa di Cristo, che illumina il ruolo salvifico che ha la croce nella vita di ciascuno.

2ª. Nella seconda tappa, di analoga durata, i neocatecumeni celebrano le grandi tappe della storia della salvezza: Abramo, Esodo, Deserto, Terra promessa, ecc., e viene dato loro un tempo perché provino a se stessi la sincerità dell’intenzione di seguire Gesù Cristo, alla luce della sua Parola: "Non potete servire a Dio e al denaro" (Mt 6,24). Nella celebrazione conclusiva del secondo scrutinio di passaggio al catecumenato post-battesimale, rinnovano davanti alla Chiesa la rinuncia al demonio e manifestano la volontà di servire solo Dio. In seguito studiano e celebrano le principali figure bibliche: Adamo, Eva, Caino, Abele, Noè, ecc., alla luce di Cristo.

2. Gli scrutini aiutano i neocatecumeni nel loro cammino di conversione, nel rispetto della coscienza e del foro interno, secondo la normativa canonica, l’OICA e il Direttorio catechetico del Cammino Neocatecumenale.

Art. 20


[2ª fase: catecumenato post-battesimale]


La seconda fase del Neocatecumenato è il catecumenato post-battesimale, che è un tempo di combattimento spirituale per acquistare la semplicità interiore dell’uomo nuovo che ama Dio come unico Signore, con tutto il cuore, con tutta la mente, con tutte le forze e il prossimo come se stesso. Sostenuti dalla Parola di Dio, dall’Eucaristia e dalla comunità, i neocatecumeni si addestrano nella lotta contro le tentazioni del demonio: la ricerca di sicurezze, lo scandalo della Croce e la seduzione degli idoli del mondo. La Chiesa viene in aiuto ai neocatecumeni consegnando loro le armi necessarie, in tre tappe:

1ª. "Il combattimento spirituale della vita nuova del cristiano è inseparabile dal combattimento della preghiera" che porta all’intimità con Dio. La Chiesa realizza una prima iniziazione dei neocatecumeni alla preghiera liturgica e personale, anche notturna, che culmina con le catechesi dei Vangeli sulla preghiera e con la celebrazione della consegna del libro della Liturgia delle Ore. Da allora essi iniziano il giorno con la preghiera individuale delle Lodi e dell’Ufficio delle Letture e imparano a fare un tempo di preghiera silenziosa e la preghiera del cuore. I neocatecumeni, scrutando i salmi in piccoli gruppi, sono iniziati alla pratica assidua della "lectio divina" o "scrutatio scripturæ", "nella quale la Parola di Dio è letta e meditata per trasformarsi in preghiera". Infatti, "l’ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo".

2ª. La Chiesa consegna ai neocatecumeni il Credo ("Traditio Symboli"), "compendio della Scrittura e della fede", e li invia a predicarlo, a due a due, per le case della parrocchia. Essi studiano e celebrano articolo per articolo il Simbolo apostolico e lo restituiscono alla Chiesa ("Redditio Symboli"), confessando la loro fede e proclamando il Credo solennemente dinanzi ai fedeli, durante la Quaresima.

3ª. La Chiesa realizza una seconda iniziazione dei neocatecumeni alla preghiera liturgica e contemplativa, che culmina con le catechesi sulla preghiera del Signore e con la celebrazione della consegna del "Padre nostro", "sintesi di tutto il Vangelo". Da allora, nelle ferie di Avvento e di Quaresima, essi cominciano a celebrare comunitariamente in parrocchia, prima di andare al lavoro, le Lodi e l’Ufficio delle Letture, con un tempo di preghiera contemplativa. I neocatecumeni sono iniziati a farsi piccoli e a vivere abbandonati filialmente alla paternità di Dio, protetti dalla maternità di Maria e della Chiesa, e nella fedeltà al Successore di Pietro e al Vescovo. A tal fine, prima della consegna del "Padre nostro", i neocatecumeni fanno un pellegrinaggio ad un santuario mariano per accogliere la Vergine Maria come madre, professano la fede sulla tomba di S. Pietro e fanno un atto di adesione al Santo Padre. In questa tappa i neocatecumeni studiano sistematicamente le singole petizioni del "Padre nostro" e temi sulla Vergine Maria: Madre della Chiesa, Nuova Eva, Arca dell’alleanza, Immagine del cristiano, ecc.

Art. 21


[3ª fase: riscoperta dell’elezione]


1. La terza fase del Neocatecumenato è la riscoperta dell’elezione, "cardine di tutto il catecumenato". È un tempo di illuminazione in cui la Chiesa insegna ai neocatecumeni a camminare nella lode, "inondati dalla luce della fede", cioè a discernere e compiere la volontà di Dio nella storia per fare della propria vita una liturgia di santità. Essi studiano e celebrano i singoli brani del Sermone della Montagna.

2. Dopo aver mostrato con le opere che in essi si sta realizzando, pur nella debolezza, l’uomo nuovo descritto nel Sermone della Montagna, che, seguendo le orme di Gesù Cristo, non resiste al male e ama il nemico, i neocatecumeni rinnovano solennemente le promesse battesimali nella Veglia Pasquale, presieduta dal Vescovo. In questa liturgia essi indossano le vesti bianche in ricordo del loro battesimo.


3. Poi, durante la cinquantina pasquale, celebrano ogni giorno l’eucaristia solennemente e fanno un pellegrinaggio in Terra Santa come segno delle nozze con il Signore, ripercorrendo i luoghi dove Cristo ha realizzato quanto loro hanno vissuto durante tutto l’itinerario neocatecumenale.


4. Dopo l’elezione si conclude il neocatecumenato post-battesimale.


Art. 22


[Educazione permanente nella piccola comunità]

1. La comunità neocatecumenale, dopo aver compiuto l’itinerario di riscoperta dell’iniziazione cristiana, entra nel processo di educazione permanente della fede: perseverando nella celebrazione settimanale della Parola e dell’Eucaristia domenicale e nella comunione fraterna, attivamente inseriti nella pastorale della comunità parrocchiale, per dare i segni dell’amore e dell’unità, che chiamano l’uomo contemporaneo alla fede: "L’educazione permanente della fede – afferma il Direttorio generale per la Catechesi – si rivolge non solo a ciascun cristiano, per accompagnarlo nel suo cammino verso la santità, ma anche alla comunità cristiana come tale, perché maturi tanto nella sua vita interiore di amore a Dio e ai fratelli, quanto nella sua apertura al mondo come comunità missionaria. Il desiderio e la preghiera di Gesù al Padre sono un appello incessante: "Perché tutti siano una cosa sola. Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato" (Gv 17,21). Avvicinarsi, a poco a poco, a questo ideale richiede, nella comunità, una fedeltà grande all’azione dello Spirito Santo, un costante alimentarsi del Corpo e Sangue del Signore e una permanente educazione della fede, nell’ascolto della Parola".


2. Il Cammino Neocatecumenale è così uno strumento al servizio dei Vescovi per attuare il processo di educazione permanente della fede richiesto dalla Chiesa: l’iniziazione cristiana, come ribadisce il Direttorio generale per la Catechesi, "non è il punto finale nel processo permanente di conversione. La professione di fede battesimale si pone a fondamento di un edificio spirituale destinato a crescere"; "l’adesione a Gesù Cristo, infatti, avvia un processo di conversione permanente, che dura tutta la vita".


Art. 23


[Una via di rinnovamento nella parrocchia]

1. In questo modo il Cammino Neocatecumenale contribuisce al rinnovamento parrocchiale auspicato dal Magistero della Chiesa di promuovere "nuovi metodi e nuove strutture", che evitino l’anonimato e la massificazione, e di considerare "la parrocchia come comunità di comunità", che "decentrano e articolano la comunità parrocchiale".


2. L’Équipe di catechisti che ha guidato la comunità durante l’itinerario neocatecumenale, in modo analogo ai padrini del battesimo, rimane a disposizione per le necessità di evangelizzazione e di educazione permanente.


Art. 24


[Catecumeni]

1. Il Cammino Neocatecumenale è uno strumento al servizio dei Vescovi anche per l’iniziazione cristiana dei non battezzati.


2. La partecipazione alle catechesi iniziali e alla prima fase dell’itinerario neocatecumenale – secondo la condizione loro propria – di coloro che devono percorrere il catecumenato a norma del diritto, garantisce che venga realizzato adeguatamente quanto è ordinato dall’OICA. In particolare:


1°. L’iniziazione cristiana dei catecumeni è fatta "in seno alla comunità dei fedeli i quali, meditando insieme con i catecumeni sull’importanza del mistero pasquale e rinnovando la propria conversione, li incoraggiano con il loro esempio a corrispondere più generosamente alla grazia dello Spirito Santo".


2°. "Il popolo di Dio, rappresentato dalla Chiesa locale, dev’esser sempre convinto e deve mostrare concretamente che l’iniziazione degli adulti è compito suo e impegno di tutti i battezzati… Ogni discepolo di Cristo… deve perciò aiutare i candidati e i catecumeni in tutto il corso dell’iniziazione, dal precatecumenato al catecumenato, al tempo della mistagogia".


3°. "Non deve essere omesso… il tempo di quell’evangelizzazione", dalla quale "hanno origine la fede e la conversione iniziale", né "il tempo del precatecumenato" necessario "perché maturi la seria volontà di seguire Cristo e di chiedere il Battesimo".


4°. Prima dell’ammissione al catecumenato, occorre che i candidati "abbiano cominciato ad avere il senso della penitenza, a invocare Dio e a pregarlo, a fare la prima esperienza della comunità e della spiritualità cristiana".


5°. "I catecumeni, che la Madre Chiesa circonda del suo affetto e delle sue cure come già suoi figli e ad essa congiunti, appartengono alla famiglia di Cristo: infatti ricevono dalla Chiesa il nutrimento della Parola di Dio e sono sostenuti dall’aiuto della liturgia". "A loro utilità sono predisposte opportune celebrazioni della parola di Dio, anzi essi già possono insieme accedere con i fedeli alla liturgia della parola per meglio prepararsi alla futura partecipazione all’Eucaristia".


6°. "Quando partecipano all’assemblea dei fedeli, devono esser con gentilezza congedati prima dell’inizio della celebrazione eucaristica". Ciò viene fatto nel Cammino Neocatecumenale mediante una benedizione speciale, dopo la quale ricevono "una opportuna catechesi" preparata sulla base del Catechismo della Chiesa Cattolica, che "porta i catecumeni non solo a una conveniente conoscenza dei dogmi e dei precetti, ma anche all’intima conoscenza del mistero della salvezza".


7°. "I catecumeni imparino anche a collaborare attivamente alla evangelizzazione e all’edificazione della Chiesa".


3. Per completare la preparazione al battesimo, e celebrarlo nella notte di Pasqua, di norma è conveniente attendere la conclusione del secondo scrutinio, 4 anni circa. La decisione viene presa dal Parroco, insieme all’équipe di catechisti.


Art. 25


[Neofiti]


1. Terminato il periodo di preparazione, d’accordo con il Parroco e con l’opportuna comunicazione al Vescovo diocesano, i catecumeni ricevono i sacramenti dell’iniziazione cristiana (Battesimo, Cresima, Eucaristia), e vengono così pienamente inseriti nella Chiesa.

2. Coloro che lo desiderano continueranno a partecipare alla vita della comunità neocatecumenale con cui hanno camminato fino ad allora da catecumeni, e percorreranno le altre due fasi dell’itinerario neocatecumenale: "la comunità insieme con i neofiti prosegue il suo cammino nella meditazione del Vangelo, nella partecipazione all’Eucaristia e nell’esercizio della carità, cogliendo sempre meglio la profondità del mistero pasquale e traducendolo sempre più nella pratica di vita". Ciò costituisce un aiuto prezioso ai neofiti per superare le difficoltà inerenti ai primi anni di vita cristiana’.


IL MIO GIUDIZIO 
Il Cammino Neocatecumenale è un cammino sbagliato che non conduce alla salvezza che è in Cristo Gesù. Questo te lo dico perché questo cammino non si propone altro che convertire al Cattolicesimo tutti quei Cattolici che hanno ricevuto il battesimo ma che vivono un Cattolicesimo abitudinario e che vivono immersi in un mondo secolarizzato. Potrei dire che questo cammino tende a fare diventare ferventi cattolici quelli che sono o tiepidi o freddi. E convertirsi al Cattolicesimo significa tra le altre cose convertirsi al culto a Maria, alla dea Maria, sì la chiamo così perché così è considerata nei fatti dai Cattolici Romani Maria la madre di Gesù, e quindi all’idolatria.

Ecco cosa dice Arguello commentando le seguenti parole che Nicodemo disse a Gesù: "Come può un uomo nascere quand’è vecchio? Può egli entrare una seconda volta nel seno di sua madre e nascere?" (Giov. 3:4):

Questa frase illustra lo spirito delle comunità neocatecumenali: tornare al seno della Chiesa, tornare a nostra Madre, alla Vergine, perché essa generi e faccia crescere in noi il seme del Battesimo che portiamo dentro. Questo tempo di gestazione e di crescita lo chiamiamo neocatecumenato’ (da un discorso di Kiko Arguello, fondatore del cammino neocatecumenale, tenuto all’assemblea plenaria della Sacra Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli nell’aprile del 1983).


E l’articolo 20 del loro Statuto lo conferma in questi termini: ‘I neocatecumeni sono iniziati a farsi piccoli e a vivere abbandonati filialmente alla paternità di Dio, protetti dalla maternità di Maria e della Chiesa, e nella fedeltà al Successore di Pietro e al Vescovo. A tal fine, prima della consegna del "Padre nostro", i neocatecumeni fanno un pellegrinaggio ad un santuario mariano per accogliere la Vergine Maria come madre, professano la fede sulla tomba di S. Pietro e fanno un atto di adesione al Santo Padre. In questa tappa i neocatecumeni studiano sistematicamente le singole petizioni del "Padre nostro" e temi sulla Vergine Maria: Madre della Chiesa, Nuova Eva, Arca dell’alleanza, Immagine del cristiano, ecc.’ 

Ancora un volta dunque con sfacciataggine Cristo e la sua opera sono oscurate e messe in un angolino dal culto a Maria, e da tutte le menzogne che vengono dette sul conto della madre di Gesù. Che spirito può dunque essere lo spirito che aleggia nelle comunità neocatecumenali, che muove e sospinge i neocatecumeni, se esso vuole fare andare le persone a Maria affinché Essa generi e faccia crescere in loro il seme del battesimo considerato sacramento di salvezza? Ma ti rendi conto di quello che ti viene o ti è stato insegnato o fatto credere?

Che tu tramite un catecumenato post-battesimale, tappa per tappa, gradino per gradino, - ovviamente con l’aiuto dell’onnipresente Maria - possa arrivare a riscoprire il battesimo come indispensabile sacramento di salvezza.


Ti vorrebbero in altre parole fare credere che tu quando fosti asperso di acqua da piccolo nascesti di nuovo, fosti fatto diventare dalla Chiesa un figlio di Dio, fosti salvato dai tuoi peccati, e che con questo cammino riscoprirai tutto ciò. Insomma ti vorrebbero fare credere delle menzogne che non hanno nulla a che fare con la verità.

No, tu quando fosti asperso con la cosiddetta acqua benedetta, non ricevesti assolutament
e nessuna purificazione dei tuoi peccati, non diventasti per niente un figlio di Dio.

La purificazione dei peccati si ottiene quando si crede in Gesù Cristo, e così anche il potere di essere chiamati figli di Dio. Il magistero della Chiesa Cattolica Romana sbaglia grandemente perché non conosce le Scritture.

Ma quella della dottrina della rigenerazione battesimale, non è la sola menzogna che ti vogliono fare riscoprire; altre menzogne, sono la confessione tramite cui ti vogliono far credere che il prete è in grado di assolverti dai tuoi peccati commessi contro Dio e riconciliarti con Dio, il che non è vero perché solo Dio può perdonare i peccati all’uomo tramite la fede in Cristo Gesù; e strettamente collegata alla confessione ti vogliono far riscoprire la menzogna secondo cui tu puoi essere perdonato e puoi ottenere la vita eterna mediante delle opere buone, cosa questa falsa perché si viene giustificati soltanto per fede senza le opere e perché la vita eterna è il dono di Dio in Cristo Gesù; ti vogliono far riscoprire la messa quale ripetizione del sacrificio di Cristo, cosa falsa perché il sacrificio di Cristo è stato compiuto una volta per sempre e non può essere assolutamente ripetuto ma solamente ricordato o annunciato; e poi, naturalmente ci sono le menzogne del primato del papa quale successore di Pietro; e tantissime altre che io ho confutato in maniera sistematica nel mio libro confutatorio sulla Chiesa Cattolica Romana che ti invito quindi a leggere.

Ovviamente, anche nel caso chi segue questo cammino voglia essere ‘battezzato’ per la prima volta, le cose non cambiano perché anche in questo caso, le menzogne che egli verrà indotto a credere sono le medesime.

Ascolta, se tu vuoi conoscere il Signore Gesù Cristo, se tu vuoi conoscere la verità ed essere salvato dai tuoi peccati e dalla perdizione, devi NASCERE DI NUOVO, attenzione non ti sto dicendo che devi riscoprire la NUOVA NASCITA che hai ricevuto – secondo la dottrina cattolica – da neonato con l’aspersione di acqua fattati dal prete della tua parrocchia, no perché tu quel giorno non sperimentasti nessuna nuova nascita, ripeto nessuna. Con quell’aspersione di acqua per altro tu non ricevesti nessun battesimo perché il battesimo è per immersione e ministrato a persone che hanno creduto.

E per nascere di nuovo devi innanzi tutto riconoscerti un peccatore davanti a Dio, non importa quanti peccati hai, riconosciti un miserabile peccatore davanti a Dio; poi pentiti di essi e confessali al Signore (e non ad un prete) chiedendogli di perdonarti, e credi con tutto il cuore che Gesù Cristo è morto sulla croce per i nostri peccati e risorto per la nostra giustificazione. 

Ti assicuro che nel momento che farai tutto ciò ti sentirai NASCERE DI NUOVO, ti sentirai perdonato appieno dal Signore, lavato appieno dai tuoi peccati con il suo sangue, ti sentirai salvato e certo di avere la vita eterna per cui sarai sicuro che quando morirai andrai direttamente in paradiso, e non in purgatorio ad espiare cosiddetti residui di colpa.

E quando nascerai di nuovo, i tuoi occhi si apriranno e allora comincerai a vedere tante cose in maniera differente da come le vedi adesso. Il culto a Maria e ai ai santi lo considererai un abominio, come anche la messa perché pretende di essere la ripetizione del sacrificio di Cristo, comincerai a capire che il vero battesimo si riceve da adulti dopo avere creduto e che quello praticato dalla Chiesa cattolica romana è un falso battesimo; comincerai ad aborrire crocifissi, medaglie, statue e immagini, ecc. perché capirai che sono degli idoli da cui guardarsi.

Comincerai a considerare il papa non più come il vicario di Cristo ma come un anticristo, un falso profeta che inganna le persone. Ma soprattutto capirai che la salvezza è per grazia e non per opere come invece insegna la Chiesa cattolica romana. Che ti rimarrà dunque di fare? Uscire dalla Chiesa cattolica romana per unirti ad una Chiesa Evangelica dove dovrai farti subito battezzare.

Tratto dal libro "Domande & Risposte"
di G. Butindaro


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