Le persecuzioni contro i Valdesi, gli Ugonotti, gli Anabattisti e i Pentecostali

A questo punto fratelli voglio parlarvi di diverse cose che il papato nel corso dei secoli passati ed anche in questo nostro secolo ha fatto e detto contro coloro che si separarono dalla chiesa cattolica a motivo della loro fede nel Vangelo. Il tempo verrebbe meno se dovessi mettermi a parlare di tutte le persecuzioni che secoli fa i papi qui in Europa perpetrarono contro tanti uomini che predicarono la parola della fede, che predicarono contro la tradizione della chiesa papista, che fecero di tutto per fare avere al popolo le Scritture tradotte nella loro lingua. Mi limiterò quindi a parlare solo di alcune di queste persecuzioni eccitate da papi sanguinari, violenti e spietati.
Ma prima di iniziare a parlarne voglio citare alcune parole di Agostino di Ippona perché è su di esse che la chiesa cattolica romana si è perlopiù basata nel corso dei secoli per sostenere che è giusto perseguitare coloro che ancora non fanno parte di essa affinché si convertano al cattolicesimo e coloro che escono dal suo seno per farli tornare nel suo grembo. In sostanza, secondo queste parole di Agostino è giusto da parte della Chiesa – per mezzo delle autorità statali – fare perseguitare gli increduli affinché si convertano al cristianesimo e fare perseguitare gli eretici, ossia coloro che si sviano dalla verità per andare dietro ad eresie, per farli tornare nel seno della Chiesa. 
Agostino di Ippona

Ecco le sue affermazioni a tale proposito: ‘Tu pensi che nessuno deve essere costretto alla virtù, sebbene tu legga che il padre di famiglia disse ai servi: Costringete ad entrare tutti quelli che troverete. Pensi così, sebbene tu legga come Saulo, che poi divenne Paolo, fu spinto a conoscere ed abbracciare la verità con un atto di forza compiuto da Cristo, che ve lo co­strinse (…) E tu pensi che non si devono usare i mezzi coercitivi con le persone, perché si liberino dalla calamità dell’errore, men­tre, dagli esempi incontestabili surriferiti, vedi che agisce in questo modo proprio Dio, di cui nessuno ci ama in modo più van­taggioso per noi’; [1]

‘E’ comunque certo che i cattivi hanno sempre perseguitato i buoni, ed i buoni i cattivi, gli uni nocendo con l’ingiustizia, gli altri giovando con le sanzioni disciplinari; agendo gli uni inumanamente, gli altri moderatamente; servendo gli uni alla cupidigia, gli altri all’amore. Voglio dire: il carnefice non bada al modo con cui strazia, il medico invece bada al modo con cui taglia; questi infatti cerca di ottenere la sanità, quello invece la cancrena. Gli empi uccisero i Profeti, ma pure i Profeti uccisero degli empi. I Giudei flagellarono Cristo, ma anche Cristo flagellò i Giudei (…) Sia nel Vangelo, sia negli scritti degli Apostoli, non si ri­scontra alcun caso in cui ai re della terra sia stato chiesto l’intervento a difesa della Chiesa contro i suoi nemici. Chi lo nega? Bisogna però tenere presente che ancora non si era avverata la profezia che dice: E adesso, o re, fate giudizio; ravvedetevi, o giudici della terra; servite il Signore con timore! Ancora infatti si avverava quanto si legge poco prima nel medesimo salmo: Perché mai le genti si sono agitate e i popoli hanno medi­tato vani disegni? Sono insorti i re della terra, i principi hanno cospirato contro il Signore e contro il suo Cristo. 

D’altra parte però, se i fatti narrati dai Libri profetici erano figure di quelli che sarebbero accaduti in futuro, nel monarca chiamato Nabucadonosor erano pure raffigurati due periodi della storia: il periodo cioè trascorso dalla Chiesa sotto gli Apostoli e quello prefigurato nel periodo in cui il summenzionato re costringeva i buoni e i giusti ad adorare la propria statua e faceva gettare nel fuoco quelli che vi si rifiutavano. Adesso invece si avvera quello che accadde nel periodo successivo, prefigurato nel mede­simo re, quando cioè egli, convertitosi al culto del vero Dio, decretò che se uno nel suo regno avesse bestemmiato il Dio di Sidrac, Midrac e Abdenago, venisse punito coi meritati castighi. Il primo periodo di quel re indica perciò il primo atteggiamento dei re pagani, in cui i Cristiani furono perseguitati invece degli infedeli; il periodo successivo di quel re, invece, prefi­gurò i tempi dei re posteriori, già fedeli, nei quali invece dei Cristiani, vengono perseguitati gli infedeli. 
Ma senza dubbio verso quei Cristiani che errano perché sono stati sedotti dagli eretici, si usa una severità temperata, e di preferenza la man­suetudine (…); mediante le pene dell’esilio e di multe cerchiamo di richiamarli a considerare che cosa e per qual causa essi le subiscono, in modo che imparino a preferire alle chiacchiere e alle calunnie umane le Sacre Scritture da essi lette’.[2]
Ecco cosa insegnava colui che i Cattolici romani chiamano il santo dottore o il più grande dei dottori della Chiesa e che persino tanti credenti tengono in alta stima! Questa è una eresia (una delle sue tante) che si oppone nettamente alle parole di Cristo e degli apostoli. I figliuoli di Dio non devono per nulla ricorrere alle autorità statali per convertire con la forza gli increduli o per fare tornare nel loro mezzo coloro che si sono sviati dalla verità; ma essi devono predicare loro il Vangelo, dimostrare loro ogni mansuetudine e pregare per loro nella speranza che Dio dia il ravvedimento ad ambedue. 
Paolo scongiurava Giudei e Gentili a ravvedersi e a credere nel Signo­re Gesù Cristo, e per loro pregava, lasciandoci così l’esempio; ma mai insegnò a fare uso o lui stesso fece uso direttamente o indirettamente della persecuzione per convertirli, perché egli sapeva che Dio dice: “Non per potenza né per forza, ma per lo Spirito mio…”.[3]
L’apostolo sapeva che il ravvedimento è Dio a concederlo secondo il beneplacito della sua volontà a chi vuole e che la fede non è qualcosa che un uomo può imporre con la forza al suo simile perché essa è il dono di Dio. E la stessa cosa vale per coloro che si sono sviati dalla verità: Egli dice infatti a Timoteo come deve comportarsi con loro: “Or il servitore del Signore non deve contendere, ma dev’essere mite inverso tutti, atto ad insegnare, paziente, correggendo con dolcezza quelli che contraddicono, se mai avvenga che Dio conceda loro di ravvedersi per riconoscere la verità; in guisa che, tornati in sé, escano dal laccio del diavolo, che li avea presi pri­gionieri perché facessero la sua volontà”.[4]
Nessuna forza quindi è lecito usare alla Chiesa – né direttamente, e né indirettamente ricorrendo al braccio secolare – per persuadere e convertire gli increduli o gli sviati. 
E potrei prendere molte e molte altre Scritture per dimostrare che Agostino ha detto il falso quando dice che la Chiesa fa bene a perseguita­re gli infedeli e gli eretici al fine di bene cioè al fine di persuaderli che sono nell’errore e farli volgere alla verità. 
Ma io dico: ma non è forse vero che Gesù ha detto di amare i nostri nemici e di fare del bene a quelli che ci odiano (i quali naturalmente non sono d’accordo con noi in materia di fede e dottrina), e che lui stesso ci ha lasciato l’esempio per­fetto di cosa significa amare i propri nemici e pregare per coloro che sono nemici, e che questo esempio noi dobbiamo seguire? Che hanno a che fare dunque i ‘castighi meritati’, che Agostino dice è giusto infliggere ai pagani e agli eretici appoggiandosi sull’autorità statale, con il Vangelo? Niente. Come la notte non ha nulla a che fare con il giorno, come l’iniquità non ha nulla a che fare con la giustizia. 
Che dire allora dei ragionamenti fatti da Agostino a sostegno dell’uso della forza da parte della Chiesa contro i suoi nemici? Essi sono vani, diabolici, follia.[5]
Il suo modo di ragionare in sostanza è questo: ‘Il fine buono, cioè la conversione degli increduli e quella degli eretici, giustifica la persecuzione da parte dei credenti (e quindi il male compiuto) nei loro confronti’. 
Ma la Parola di Dio non dice così; essa condanna coloro che la pensano in questa maniera. Paolo disse ai santi di Roma a riguardo di coloro che attribuivano a lui e ai suoi collaboratori la massima: “Perché non facciamo il male affinché ne venga il bene? La condanna di quei tali è giusta”.[6]
Perciò al bando i sofismi di Agostino, i suoi perversi ragionamenti che nel corso dei secoli sono serviti al papismo, per perseguitare e torturare – con le sue mani o per mezzo delle mani delle autori­tà – i non Cattolici per farli diventare Cattolici, e quelli che esso chiamava ‘eretici’ per farli tornare nel suo seno. 
Chi vuole accertarsi di persona quali siano state le nefaste conseguenze dell’errata interpretazione agostiniana alle parole di Gesù: “Costringili ad entrare”,[7] si vada a leggere la storia del papato da Agostino in poi e soprattutto la storia dell’Inquisizione (che fece centinaia di migliaia di morti). 
Ma, dicono ora i Cattolici, il medioevo fece male a giustificare i suoi abusi con la dottrina agostiniana e di certo se Agostino fosse stato vivo non li avrebbe approvati quegli abusi. Quindi, la dottrina agostiniana è retta per i Cattolici romani, ma la chiesa del medioevo compì l’errore di usarla per difendere i suoi abusi! Ma qui non si tratta di stare a dire che gli abusi del medioevo furono a torto giustificati con la dottrina agostiniana, il fatto è che la dottrina agostiniana è storta in ogni caso, sia che venga usata per giustificare degli abusi o per giustificare quelli che non vengono definiti abusi. 
La forza umana, la mole­stia, la paura e il terrore di essere torturati o messi a morte da altri uomini, ed ogni tipo di persecuzione non devono essere usati da parte della Chiesa di Dio in nessuna misura contro gli increduli o contro coloro che si sviano dalla verità. Chi lo fa è corrotto, riprovato quanto alla fede; e benché dica di essere da Dio è dal diavolo.[8]
Ma vediamo ora quali sono state alcune conseguenze pratiche di questo perverso e diabolico modo di pensare della curia romana (che lo ripeto si basa molto sulle parole di Agostino), che personalmente ritengo sia ancora presente nei cuori di coloro che sono ai vertici della chiesa romana per il semplice motivo che i decreti contro gli eretici emanati dai concili ecumenici (che citeremo fra breve) sono considerati irreformabili e non possono essere smentiti perché pronunciati sotto l’assistenza infallibile dello Spirito Santo (e poi se la chiesa cattolica dichiarasse quei decreti malvagi dovrebbe di conseguenza mettersi contro i suoi ‘santi’ papi, il che non ritengo proprio essi siano disposti a farlo, e poi risulterebbe che la chiesa ha errato nel passato e perciò non è infallibile come dice di essere, il che andrebbe contro l’immagine che dà la chiesa papista agli ignoranti). 
In sostanza io ritengo che se essi potessero cioè se le circostanze fossero uguali a quelle di un tempo, ci imprigionerebbero, ci torturerebbero e ci metterebbero a morte bruciandoci vivi o impiccandoci o tagliandoci la testa, appoggiandosi ancora sulle parole di Agostino, come hanno fatto verso molti altri nei secoli addietro. Lo so che passo da grande pessimista dicendo queste cose in questo periodo di intenso ecumenismo, ma non posso parlare altrimenti dopo avere studiato il comportamento della chiesa cattolica romana nel corso dei secoli passati.

Note:
[1] Agostino, Le lettere, 93,2,5. Lettera a Vincenzo, vescovo di Cartenna.
[2] Agostino, op. cit., 93, 2,8; 3,9-10
[3] Zacc. 4:6
[4] 2 Tim. 2:24-26
[5] Ma come si fa ad affermare che Gesù flagellò i Giudei? Gesù fece solo una sferza di cordicelle e scacciò tutti dal tempio, pecore e buoi (cfr. Giov. 2:15); questa non si può chiamare flagellazione. La flagellazione era tutt’altra cosa.
[6] Rom. 3:8
[7] Luca 14:23
[8] Altri passi che attestano che è contrario alla dottrina di Cristo fare alcunché di male a coloro che non ubbidiscono al Vangelo di Cristo da noi predicato (e quindi che si oppongono a noi) o che si sono sviati dalla verità sono questi. Quando quei Samaritani non vollero ricevere Gesù nel loro villaggio perché egli era diretto verso Gerusalemme, e Giacomo e Giovanni chiesero a Gesù se voleva che facessero scendere del fuoco dal cielo e li consumasse, Gesù “rivoltosi, li sgridò, e disse: Voi non sapete di quale spirito voi siete. Poiché il Figliuol dell’uomo non è venuto per perder le anime degli uomini, anzi per salvarle” (Luca 9:55,56. Diod.). Paolo dice di non fare le nostre vendette ma di lasciare il posto all’ira di Dio perché la vendetta appartiene a Lui (cfr. Rom. 12:19); Giacomo dice che “l’ira dell’uomo non mette in opra la giustizia di Dio” (Giac. 1:20); Pietro dice di non rendere male per male od oltraggio per oltraggio (cfr. 1 Piet. 3:9).
I santi sono stati chiamati ad essere perseguitati e a soffrire per il Signore, e non a perseguitare e fare soffrire coloro che non vogliono credere o che si sono sviati dalla fede e dalla verità, per indurli ad accettare la verità. A ‘perseguitare’ costoro ci pensa il Signore; voglio dire, che ci pensa il Signore ad usare la forza e il terrore contro coloro che non gli ubbidiscono, al fine di correggerli, e fargli accettare la verità, ma la sua forza, il suo terrore. Egli sa come fare; vi ricordate Saulo da Tarso? Perseguitava a morte i santi, era ostinato in cuore suo, eppure Dio riuscì con la sua forza e il suo terrore, a fargli accettare la verità? Nessun uomo avrebbe mai potuto persuadere con la forza l’ebreo Saulo ad accettare il Vangelo, ma ci riuscì il Signore. Ora, se il Signore riuscì a convertire un simile uomo noi crediamo che riuscirà a convertire qualsiasi uomo che non lo conosce e lo odia, e qualsiasi credente che dopo avere conosciuto la verità si è sviato da essa. La nostra fiducia è nella sua forza e non in quella dell’uomo. Certamente non tutti i pagani e non tutti coloro che si sono sviati dalla verità accetteranno la verità, perché fino alla fine ci saranno increduli e sviati; ma questo non desta nessuna preoccupazione in noi perché sappiamo che Dio retribuirà gli impenitenti come meritano sia sulla terra che in quel giorno; cioè gli farà trovare il salario della loro condotta. Lui è l’Iddio delle retribuzioni; abbiamo fiducia nella sua giustizia.



COME STANNO OGGI LE COSE
Ma oggi come stanno le cose? Ancora oggi in questa nazione benché per certi versi le cose sono diverse, nella sostanza le cose non sono cambiate da come erano allora. Perché? Perché la chiesa romana, benché ufficialmente abbia moderato il suo parlare contro di noi arrivando a definirci comunità ecclesiali (non vere chiese perché la sola vera Chiesa è lei), nei fatti ci detesta considerandoci delle sette formatesi per opera di alcuni usciti dal suo mezzo o dal mezzo del protestantesimo storico. Certo, contro di noi non ci sono persecuzioni a morte come ci furono contro tanti nostri fratelli nei secoli passati in Europa o il carcere o il confino, ma la persecuzione sussiste anche se è solo verbale nella massima parte dei casi; e non può essere altrimenti perché noi predichiamo la Parola di verità e riproviamo le eresie e le opere infruttuose della chiesa romana come fecero i nostri fratelli antichi. 
Ma noi non cesseremo di parlare in difesa del Vangelo e contro le false dottrine di questa organizzazione che conduce milioni di anime all’inferno. Siamo odiati, scherniti, reputati pazzi, fanatici, da persone che si chiamano ‘Cristiani facenti parte della santa chiesa apostoli­ca’; sì fratelli é così, ma siamo felici di subire questi loro oltraggi perché Gesù ha detto: “Beati voi, quando v’oltraggeran­no e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro a voi ogni sorta di male per cagion mia. Rallegratevi e giubilate, perché il vostro premio é grande ne’ cieli; poiché così hanno persegui­tato i profeti che sono stati prima di voi”.[Matt. 5:11,12]

Noi sappiamo che i profeti furono perseguitati dai Giudei disub­bidienti perché essi parlarono da parte del Signore. I profeti riprovarono tra le molte opere malvagie del popolo anche l’idola­tria a cui esso si era abbandonato e perciò furono perseguitati, perché parlarono contro quegli spauracchi dei loro idoli per i quali gli Israeliti andavano in delirio. 
Perché dunque meravi­gliarci se i Cattolici romani ci odiano e ci oltraggiano, e se potessero ci toglierebbero di mezzo con la forza perché parliamo contro quei cadaveri dei loro idoli che essi adorano, pregano e portano in spalle nelle loro processioni? Perché meravigliarci dei loro insulti come se ci avvenisse qualcosa di strano, quando secoli addietro delle altre persone per avere riprovato e confu­tate le loro eresie furono derisi, odiati, e messi a morte? Fra­telli, sappiate che é inevitabile che si venga perseguitati da coloro che giacciono nell’errore quando si dice loro la verità.
Infine vorrei dire – e qui torno a quello detto precedentemente – che benché oggi la chiesa cattolica romana ufficialmente non si rivolge più nei confronti di coloro che escono da lei nella stessa maniera in cui hanno parlato certi papi del passato e certi suoi dottori nei secoli passati (appog­giandosi sulle parole di Agostino), cioè dichiarando che bisogna usare la forza per fare ritornare gli apostati all’ovile o che gli eretici bisogna sterminarli in ogni maniera per estirpare così l’eresia, pure essa conserva in lei lo stesso sentimento di odio verso coloro che, dopo avere conosciuto il Signore escono dal suo mezzo e cominciano a riprovare le sue dottrine diaboliche e a cercare di strappare dalla sua bocca le anime. 
Basta che li guardiate negli occhi o li sentite parlare dopo avere loro detto che Maria non la si deve pregare e non gli si deve prestare alcun culto o che il papa non è il capo della Chiesa o che è inutile confessarsi al prete o fare battez­zare i fanciulli appena nati, per rendervi conto di questo. Solo che a differenza di secoli addietro, è impossibilitata ad usare la forza contro di loro per farli tornare nel suo mezzo – cioè non può mettere su l’Inquisizione come nei tempi addietro e incitare le autorità a perseguitarci o sterminarci – perché i tempi e le circostanze non glielo permettono. 
Ma io sono convinto che questa situazione sia solo temporanea, perché quando nel futuro le circostanze cambieranno per volere di Dio, allora i papi della chiesa cattolica romana torneranno a inebriarsi del sangue dei santi, facendoli trucidare o bruciare sui roghi, esattamente come fecero Innocenzo III o Giulio III. Nessuno si dimentichi che la Scrittura dice che “ciò che sarà è già stato, e Dio riconduce ciò ch’è passato”. [Eccl. 3:15]
Da questi millenari nemici della croce di Cristo ci si può aspettare solo male, e non del bene. Chi ha orecchi da udire oda. Qualcuno dirà forse: ‘Ma allora non credi che il rinnovamento in atto nella chiesa cattolica romana sfocerà nella loro conversione? No, non ci credo per nulla; solo un piccolo numero di loro si convertiranno, ma la maggioranza rimarrà quella che è sempre stata, attaccata alla tradizione pronta a difenderla anche con le armi facendo ricorso ad ogni compromesso e ad ogni astuzia. Dalla strada che la chiesa cattolica romana ha deciso di prendere, essa non tornerà indietro.

Tratto da:
G.Butindaro, La Chiesa Cattolica Romana
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