La persecuzione contro gli Anabattisti

Furono chiamati inizialmente Anabattisti perché ribattezzavano coloro che erano stati battezzati da fanciulli non considerando valido il battesimo dei neonati. Comparvero in Europa nel primo ventennio del sedicesimo secolo; erano, oltre che contro il pedobattesimo e le altre imposture del papato, contro il prestare giuramento, erano antimilitaristi e contrari a qualsiasi uso di forza o per offesa o per difesa. [1]
E per queste ragioni essi furono crudelmente perseguitati dalla chiesa papista. [2]
Molti di loro furono annegati nei fiumi, sepolti vivi, bruciati vivi ed altri decapitati. Tra le tante testimonianze dei martiri di questi nostri fratelli che si trovano nel libro Storia popolare dei Battisti trascrivo queste: 

"Due giovinette, da poco battezzate a Bamberg furono arrestate, incarcerate e severamente torturate. Ma esse non cedettero davanti alle sofferenze. Quando furono menate alla morte portavano in testa delle corone di paglia, poste loro per derisione. ‘Giacché Cristo – disse una di loro alla sua compagna – portò una corona di spine per noi, perché non dobbiamo noi in onore suo portare queste corone di paglia? Il nostro Dio fedele, al posto di queste ci metterà in testa una bella corona d’oro, e di fiori che non appassano’. Così andarono con gioia al rogo"; [3] 
Filippo II di Spagna
Filippo II, figlio dell’imperatore Carlo V, rinnovò l’editto del 1550, coll’aggiunta di alcuni articoli nel 1560 e di nuovo nel 1563. Un riassunto di esso farà comprendere la condizione pericolosa dei credenti di quell’epoca nei Paesi Bassi: 
"Nessuna persona doveva lasciare le Fiandre e l’Olanda senza permesso dei sacerdoti e dei magistrati. Ogni immigrante era obbligato a dare le prove del battesimo dei suoi figliuoli, secondo il rito della chiesa di Roma. 
Le levatrici, sotto giuramento, dovevano assicurare il battesimo di ogni neonato, alla cui nascita assistevano, e dare rapporto ai magistrati in ogni caso di trascuranza. 
Le riunioni protestanti dovevano essere proibite e soppresse. I genitori dovevano mandare i loro figliuoli in Chiesa ed alla scuola. I negozi dei librai, come i fagotti dei rivenditori ambulanti, dovevano essere perquisisti in cerca di pubblicazioni ereticali. 
Ognuno era obbligato ad assistere alla Messa ogni Domenica ed ogni festa di precetto. L’assenza di un mese portava una pena a discrezione dei giudici. Nessuno sospetto di eresia poteva occupare un posto di fiducia. Oltre a tutto questo rimasero in vigore tutti i provvedimenti riguardo alla distruzione degli eretici, col fuoco, colla decapitazione, coll’annegamento, ecc."; [4]
‘Nell’anno 1551 Jeronimus Segerson ed un altro furono bruciati ad Anversa. Le lettere di Segerson, scritte mentre era in carcere, dimostrano uno spirito di profonda pietà e di virile fermezza: 
"Preferirei – egli disse – essere torturato dieci volte al giorno, ed essere infine arrostito sulla graticola, anziché rinunziare alla fede che io ho confessata". La moglie di lui fu annegata. 
La storia del suo martirio è così interessante che conviene riprodurla qui. (…) Essa apertamente e con grande coraggio confessò la sua fede davanti al tribunale, nella presenza dei magistrati e della moltitudine. 
Fu interrogata innanzi tutto sul battesimo. Essa disse: Io riconosco un sol battesimo, quello che era praticato da Cristo e dai suoi discepoli, e che è stato trasmesso a noi’. ‘Che cosa ritenete voi riguardo al battesimo dei neonati?’ domandò lo sceriffo. A cui Lysken rispose: "E’ null’altro che un’istituzione umana!" Allora i magistrati si levarono per consultarsi insieme, mentre Lysken spiegava al popolo la ragione della sua fede (…) 
Mentre era condotta via dal tribunale essa disse al popolo: "Sappiate che io non soffro per disonestà, né per omicidio, né per qualsiasi peccato, ma solo per la incorruttibile Parola di Dio!"

Quando fu di nuovo racchiusa nel carcere i frati tentarono invano di distoglierla dalla sua fede. La mattina dopo soffrì il martirio (…) condussero quella pecora al fiume Scheldt, la misero in un sacco, e l’annegarono…’.
 [5]
Spero vivamente che queste testimonianze servano a risvegliare dal sonno coloro che in mezzo alle Chiese evangeliche hanno intenzione di riconoscere il pedobattesimo cattolico per amore della cosiddetta unità cristiana sbandierata dalla chiesa papista.
Note:
[1] La storia dice che tra di loro ci furono anche degli scellerati che insegnavano cose perverse, si abbandonarono alla violenza e all’immoralità, ma questo non deve indurre a pensare che tutti gli Anabattisti fossero come costoro.
[2] Si deve dire purtroppo che gli Anabattisti furono perseguitati anche dai riformatori Lutero, Melantone, Bucero e Zwingli. A proposito di quest’ultimo approvò un editto emanato dal consiglio di Zurigo nel 1526 che ordinava che quelli che si facevano battezzare o che battezzavano altri ‘dovevano essere annegati senza misericordia’. Questo loro comportamento fu diabolico al pari di quello della chiesa papista; né più e né meno.
[3] W. Kemme Landels, Storia popolare dei Battisti, Torino 1918, pag. 83
[4] W. Kemme Landels, op. cit., pag. 92
[5] Ibid., pag. 94-95.
Tratto da:
G.Butindaro, La Chiesa Cattolica Romana

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