REPORT: L'IMPERO FINANZIARIO VATICANO

Puntata RAI "Il boccone del prete"

UN INTERESSANTE DOCUMENTARIO-INCHIESTA DI QUELLI DI REPORT, CHE CONFERMA COSA È VERAMENTE LA CHIESA CATTOLICA ROMANA


“Lo stato della Città del Vaticano ha tre bilanci: quello della Santa Sede, quello dello Stato Vaticano, quello dell’obolo di San Pietro, cioè le offerte che giungono al Papa da tutto il mondo.
Sono venti anni che è stato introdotto “l’otto per mille”  e l’ incasso passa dai 210 milioni di euro del 1990 al miliardo e nove milioni del 2009.

Ma la Chiesa incassa dallo stato italiano anche nel comparto sanità e scuole private, esenzione dell’ici, finanziamenti diretti sotto le più diverse voci.
Lo IOR non è mai stata considerata una banca offshore eppure non rispetta le leggi internazionali antiriciclaggio. Lo statuto dice che deve amministrare opere di religione e carità. Ma non disdegna gli investimenti esteri in azioni e titoli, sopratutto negli Stati Uniti. E due mesi fa ha impegnato 100 milioni di euro nel bond emesso dalla Cassa di Risparmio di Genova.
Nel corso della nostra  inchiesta  abbiamo cercato di fare i conti in tasca  al Vaticano e alla Chiesa italiana, analizzando bilanci, per vedere quanto entra e come spende.
Successivamente alla messa in onda della puntata di Report “Il boccone del prete” trasmessa il 30 maggio 2010, abbiamo incontrato l’avvocato Panzolini, legale dell’Associazione Tra Noi, che aveva richiesto una rettifica relativamente ai seguenti punti:
1. l’Hotel Casa Tra Noi di Roma non è gestito da un ente religioso ma da un ente morale di diritto civile. Gli utili ricavati dalla gestione dell’Hotel vanno al Movimento Tra Noi, associazione laica riconosciuta dal Vicariato di Roma.
2. La gestione dell’Hotel paga regolarmente l’ICI…”
     Tratto dal sito: http://www.report.rai.it/
Parte prima 


Parte seconda


Parte terza


Parte quarta


Parte quinta


Parte sesta

La Città del Vaticano (0,43 kmq con una popolazione di 911 residenti di cui 532 cittadini, il cui reddito pro-capite ammonta a 407.095 euro, www.vatican.va) è sede di tre istituti finanziari: l' APSA (Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica), che è la Banca Centrale del Vaticano; il Ministero dell' Economia o Prefettura per gli Affari economici; lo IOR, con i quali vengono gestiti circa un miliardo di cattolici sparsi nel mondo.
La Città del Vaticano è composta di tre enti o istituzioni: lo Stato, la Santa Sede e la Curia. Il primo è l' entità territoriale, la seconda è il vertice della Chiesa e la Curia è la struttura organizzativa. Tutte le istituzioni vaticane spesso rivendicano l' extraterritorialità e l' indipendenza dalle leggi degli altri Stati-Nazione. L' Apsa è in pratica la Banca Centrale della Città del Vaticano. Essa svolge funzioni di tesoreria e gestisce gli stipendi dello Stato.

Fra i suoi compiti c'è anche quello di coniare moneta. Nel 1998 infatti, l' Ue ha autorizzato l'Apsa ad emettere 670 mila euro l' anno. Con la possibilità di emetterne altri 201mila in occasione di Concili ecumenici, Anni Santi o in occasione di un'apertura della Sede vacante. Secondo quanto riportato dai dati ufficiali della Prefettura per gli Affari Economici, per il 2002 il Vaticano e la Santa Sede sarebbero in deficit di 29,5 milioni di euro. Nel bilancio però non figurano strutture come le università pontificie, gli ospedali cattolici (Bambini Gesù di Roma, ad esempio), i santuari (Loreto, Pompei). Ma soprattutto non figura l'obolo, che ha portato nel solo 2002 un gettito nelle casse della Città del Vaticano di 52,8 milioni di euro.

Altra Banca Vaticana è lo IOR (Istituto per le Opere di Religione) e ha sede presso la Città del Vaticano. Ufficialmente l'unico azionista di questa banca è il papa.

Lo IOR fu fondato nel 1887 da Leone XIII, col nome di "Commissione per le Opere Pie", al fine di convertire le offerte dei fedeli in un fondo facilmente smobilizzabile. La prima riforma delle finanze vaticane risale al 1908, quando su iniziativa di papa Pio X l'istituto assunse il nome di Commissione amministratrice delle Opere di Religione.

La trasformazione in una banca vera e propria avvenne nel 1941, anche se il finanziamento più significativo che indusse il papato a favorire tale trasformazione, fu quello concesso dal fascismo, col Concordato (Patti Lateranensi) del 1929, che prevedeva, a titolo di risarcimento per la perdita degli Stati pontifici l'indomani dell'unificazione nazionale, qualcosa come 100 milioni di dollari (40 in contanti e 60 in obbligazioni; in lire erano 750 milioni), oltre all'esenzione dalle tasse e dai dazi sulle merci importate in Vaticano.

Per gestire questo ingente patrimonio, papa Pio XI istituisce l'Amministrazione speciale per le Opere di Religione, che affida a un laico esperto, l'ingegner Bernardino Nogara, un abile banchiere proveniente dalla Comit, membro della delegazione che, dopo la prima guerra mondiale, negoziò il trattato di pace e, successivamente, delegato alla Banca Commerciale di Istanbul.

Grazie alla sua abilità, Nogara trasformò l'Amministrazione in un impero edilizio, industriale e finanziario. Le condizioni che il banchiere pose a Pio XI per accettare l'incarico di gestire il patrimonio del Vaticano furono due: gli investimenti dovevano essere liberi da qualsiasi considerazione religiosa o dottrinale e realizzabili in ogni parte del mondo.

Il Papa accettò e si aprì così la strada alle speculazioni monetarie e ad altre operazioni di mercato nella Borsa valori, compreso l'acquisto di azioni di società che svolgevano attività in netto contrasto con l'insegnamento cattolico (armi, contraccettivi ecc.).


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