I Musei Vaticani sono stati istituiti dalla Chiesa di Roma per "manifestare al mondo la grandezza della fede religiosa", come ha scritto il vaticanista Enzo Romeo, là dove "sotto la spinta dell'Umanesimo la Chiesa recuperò il gusto per l'arte pagana, prefigurazione dell'esperienza cristiana ad esempio, a suo modo, della grandezza di Dio che ha infuso nell'uomo, eternamente alla ricerca della perfezione divina".
In concreto i Musei Vaticani costituiscono un'istituzione a scopo di lucro. Il costo del biglietto è di 14 euro (ridotto 8 euro) a fronte di oltre 4 milioni di visitatori l'anno, per una media di quaranta al minuto, con code agli ingressi che si prolungano dal viale Vaticano lungo i bastioni su Piazza del Risorgimento fino al colonnato di San Pietro.
Realizzano infatti un'entrata annuale di oltre 50 milioni di euro. E va segnalato,nella gestione avida dell'amministrazione,il fatto che all'atto della prenotazione(costo 4 euro) di una visita assegnata a sessanta giorni bisogna pagare subito, anche online, così che l'amministrazione si assicura gli interessi bancari a scapito del visitatore; e naturalmente non si accettano ripensamienti.
E' peraltro vero che certi incassi non sono probabilmente sufficenti a coprire le spese che determinano gli stipendi dei circa 200 custodi e delle circa 300 persone specializzate, come tecnici e funzionari, nonchè le diverse spese di restauro e assicurazione delle opere d'arte (ammesso che certe assicurazioni siano possibili); e allora, in questo senso, il lucro in qualche modo perde i suoi benefici.
Ma è proprio per questo che appare inutile il mantenimento di certi musei, mentre sarebbe estremamente apostolica, e un modo concreto di "manifestare al mondo la grandezza della fede religiosa" la vendita di tutti i capolavori, con un ricavato di gigantesche proporzioni (in miliardi di miliardi di miliardi di miliardi di euro) da assegnare ai poveri di tutto il mondo.
Tratto da "I peccati del Vaticano" di Claudio Rendina,pag 110