“…un fratello mi ha dato un cd rom con alcuni testi, e in mezzo a quelli c’era la Didachè. Non avevo mai sentito parlare di questo testo, gli ho dato uno sguardo e sembra richiamare da vicino le parole del Nuovo Testamento. Ho letto che alcuni dicono che fu scritto dagli Apostoli nel 50 d.C., mentre altri dicono che sia un falso che fu creato partendo da due documenti non cristiani, e infarcito di parole copiate dalla Bibbia per farlo passare come cristiano. Tu sai dirmi qualcosa in proposito?”
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Fratello, ho letto la Didachè e posso dirti che non è opera degli apostoli del Signore perché in essa ci sono delle cose non conformi a verità.
- La Didachè dice: ‘Non odierai alcun uomo, ma riprenderai gli uni; per altri, invece, pregherai; altri li amerai più dell’anima tua’(II,7).
Dove mai nella Scrittura è scritto che bisogna amare il prossimo più di noi stessi? Essa dice: “amerai il prossimo tuo come te stesso’ (Lev. 19:18) e non ‘più di te stesso’.
- La Didachè dice: ‘Se grazie al lavoro delle tue mani possiedi (qualche cosa), donerai in espiazione dei tuoi peccati’ (IV, 6).
Fare l’elemosina per compiere l’espiazione dei propri peccati è una eresia perché la propiziazione dei nostri peccati è Cristo, e quindi non ci sono opere buone che noi possiamo fare per espiare i nostri peccati. I nostri peccati li ha espiati Cristo con il suo sacrificio, e quindi se noi Cristiani pecchiamo, abbiamo fiducia che pentendoci da essi e confessandoli al Signore otterremo la loro remissione in virtù del suo sacrificio espiatorio compiuto una volta per sempre appunto per espiare i nostri peccati. E’ il sangue di Cristo che ci purifica da ogni peccato, quindi è mediante la fede nel suo sangue che noi possiamo ottenere la remissione dei nostri peccati. Elemosine, digiuni, e quant’altro, non possono in nessuna maniera cancellare i nostri debiti.
- La Didachè dice a proposito del battesimo: ‘Riguardo al battesimo, battezzate così: avendo in precedenza esposto tutti questi precetti, battezzate nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo in acqua viva. Se non hai acqua viva, battezza in altra acqua; se non puoi nella fredda, battezza nella calda. Se poi ti mancano entrambe, versa sul capo tre volte l’acqua in nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. E prima del battesimo digiunino il battezzante, il battezzando e, se possono, alcuni altri. Prescriverai però che il battezzando digiuni sin da uno o due giorni prima’ (VII, 1-4).
Il battesimo deve essere ministrato per immersione, questa è l’unica maniera in cui vanno battezzati gli uomini. Quindi non è lecito battezzarli buttandogli sulla testa un po’ d’acqua non importa se una, due o tre volte o mille volte. E poi, la Scrittura non insegna affatto che chi si deve fare battezzare e chi lo deve battezzare devono digiunare prima del battesimo. L’eunuco e Filippo non digiunarono, ma Filippo lo battezzò subito. Paolo e il carceriere di Filippi non digiunarono, ma Paolo lo battezzò subito. La stessa cosa dicasi per Cornelio e quelli di casa sua e quelli che li battezzarono per ordine di Pietro.
- La Didachè dice: “Ogni apostolo che venga presso di voi sia accolto come il Signore. Però dovrà trattenersi un giorno solo; se ve ne fosse bisogno anche un secondo; ma se si fermasse tre giorni, egli è un falso profeta’ (XI, 4).
Stando dunque così le cose, in base a ciò che dice la Didachè dovremmo dire che Paolo era un falso profeta perché la Scrittura dice che egli dimorò in casa dell’evangelista Filippo per molti giorni (Atti 21:10) e stette a casa di Pietro quindici giorni (Gal. 1:18). Ma ti rendi conto quanto sia falsa questa dichiarazione della Didachè?
- La Didachè dice che i profeti sono i nostri ‘Sommi Sacerdoti’(XIII, 3).
Ciò non è vero, perché noi abbiamo un solo Sommo Sacerdote che è Cristo Gesù; i profeti sono solo dei ministri di Dio preposti a fare i profeti.
- La Didachè dice: “Nel giorno del Signore, riuniti, spezzate il pane e rendete grazie dopo aver confessato i vostri peccati, affinché il vostro sacrificio sia puro’ (XIV, 1).
Cosa si intende per sacrificio? La Cena del Signore? Pare proprio di sì infatti viene citato a conferma lo stesso passo di Malachia (XIV, 3) che prendono i preti tuttora per sostenere che la messa è l’oblazione di cui parla il profeta Malachia (2:11). Siamo dinnanzi all’eresia papista che fa passare la cena del Signore per la ripetizione del sacrificio di Cristo.
Potrei citarti altre falsità insegnate dalla Didachè, ma mi fermo qui, credo di averti dimostrato che questo documento è un falso attribuito agli apostoli. Eppure, ci sono credenti che lo prendono come autentico e lo citano a sostegno di alcune loro false dottrine.
Mi è capitato personalmente questa cosa, quindi stai attento fratello. Sii avveduto.