Aldo Masullo, professore emerito di Filosofia Morale dell’Università di Napoli ‘Federico II’, ha partecipato come ospite d’onore alla presentazione del libro In nome dell’Uomo scritto dal Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia Gustavo Raffi, nell’ambito dell’incontro ‘Napoli, arte e cultura. Costruiamo in nome dell’Uomo’ tenutosi a Napoli nell’ottobre del 2012, e del suo intervento sul sito del GOI parlano in questi termini molto positivi:
‘Una autentica ‘lectio magistralis’ l’intervento dell’ospite d’onore, Aldo Masullo, docente emerito di Filosofia morale, al quale il Gran Maestro Raffi ha conferito l’onorificenza ‘Galileo Galilei’, il più alto riconoscimento per i non massoni che si siano distinti per l’impegno nella ricerca del vero e del giusto e nel perseguimento dei valori tesi alla realizzazione di un’Umanità migliore scevra da pregiudizi.
“Questo è un libro di grande filosofia civile – ha detto Masullo – perché racconta come realizzare relazioni civili. Civile – ha ricordato – è ogni rapporto umano, perché l’incontro con l’altro è terreno di possibilità per comprendere la sua storia e le sue idee, diventando in questo processo, più umani. L’etica è l’invenzione della soluzione, il corpo vivente della nostra decisione”. Per il filosofo, queste pagine “insegnano molto perché suscitano stimoli, provocano reazioni. Fanno scattare il desiderio di approfondimento. Oltre le formule i gradi – ha proseguito – è importante ciò che un uomo riesce a fare nel suo rapporto con gli altri uomini: è questa l’umanità in concreto, quel modo di essere soggetto della realtà per cui ci sentiamo veri, parte di una storia in continuo cammino”.
“Leggendo il libro di Raffi – ha proseguito il filosofo – mi sono trovato di fronte al coraggio. Il coraggio di rompere gli schemi, di cercare il dialogo sempre e nonostante tutto. Questo contributo è importante anche per l’energia che trasmette al lettore. Come un navigatore in mare aperto, chi legge tenta di tracciarsi una rotta. Voi vi considerato liberi pensatori – ha detto Masullo – io mi considero un pensatore libero. La cosa che mi colpisce è anzitutto questo desiderio di comunicare con l’altro. Non c’è un libro vero se non è un libro di vita. E questo di Raffi lo è, perché riguarda la sua vita ma coinvolge altre persone, racconta apertura alla società”. “L’immagine tradizionale della Massoneria – ha ricordato – è quella di una setta, di una congregazione di persone chiuse nella loro segretezza. Cosa faranno? Cospireranno, si scambieranno ragioni d’affari? Voi venite da questa rappresentazione, che avete ribaltato nei fatti. Raffi ha aperto la vostra società massonica alla trasparenza, alla possibilità di ‘vedere attraverso’, nei due sensi di questo movimento: chi sta fuori vede ciò che avviene dentro, chi sta dentro vede ciò che sta fuori. Un percorso di comune conoscenza, perché la vita è continua produzione di differenza”. “Viviamo nel nostro tempo – ha proseguito il pensatore partenopeo – ma il nostro tempo è un differenziarci dal tempo precedente. Il destino consiste nel prendere consapevolezza della propria differenza e nella capacità di progettare le differenze. Non possiamo stare fermi: se fossimo fermi, saremmo ugualmente trasformati. Occorre pensarsi non come la foglia che cade ma come il nocchiero che nonostante la tempesta cerca una meta, e ha un viaggio”. “In questi anni – è stata la riflessione del filosofo del ‘Tempo e la grazia’- la vostra Massoneria ha aperto un orizzonte, non dimenticando il passato ma facendo della memoria una forza”. “La Massoneria è un’Istituzione iniziatica – ha proseguito Masullo – ha la sua curvatura esoterica, il culto di una sapienza che non può essere lasciata e abbandonata alla bramosia dell’ignoranza. I Rituali servono a vivere l’essenza ma anche a tenere sveglio il dubbio e la capacità di non fermarsi a ciò che appare. E’ coraggio di parlare nello spirito, mentre l’Alchimia è la felicità di scoprire cosa c’è nel profondo”. Un percorso nel quale “si avverte il senso dell’unico assoluto: la Vita. Una forza immensa dove le differenze ricchezza, perché il tempo non è altro che il continuo irrompere delle differenze, cercare di aggrapparci alle differenze passate, senza esserne imprigionati ma costruendo il nuovo. Dobbiamo guardarci negli occhi, dicendoci quello che ci inquieta e ci fa interrogare”. Nel libro, ha ricordato, “ci sono passaggi decisi contro le ‘contraffazioni’ della Massoneria: probabilmente ci saranno altre persone libere di chiamarsi ‘massoni’, ma l’autentica Massoneria non è quella di chi cerca il potere o l’affare, quella che produce confusione, ma la realtà di chi dice no ad affari e traffici, e costruisce umanità. Questa è la bella Massoneria che sa confrontarsi”.
E poi la parte positiva: che cosa fa la Massoneria? “Gustavo Raffi – ha spiegato Masullo – nel libro indica alla Massoneria due obiettivi: creare un contesto per i cittadini liberi che vogliono perfezionare la loro socialità. Viviamo in un modo spesso fatto di corrotti o indifferenti. Come fa una persona a vivere se intorno a lui ci sono corrotti o indifferenti? E’ come se mancasse l’ossigeno. Ecco la funzione produttrice di stimoli, che il confronto deve alimentare”. In secondo luogo, “difendere i valori di tolleranza, democrazia, rispetto interreligioso e interculturale. In queste parole – ha fatto notare Masullo inchiodando la platea all’ascolto – si riassume il compito della Massoneria, ma anche il traguardo di ogni uomo che si sente vivo e responsabile del proprio tempo. Siamo tutti esposti all’errore, questo significa che il dogmatismo è l’uccisione del pensiero. Il pensiero è come la vita, passa di differenza in differenza. Sul dogmatismo si fonda invece la prepotenza di chi detiene il potere”. Ma “non ci può essere vita reale se non c’è passione e volontà, come ricordava Platone. Nel Simposio il filosofo dice a un punto (182c): “L’amicizia e la comunanza morale (koinonia) sono contrarie agli interessi di chi detiene il potere”. Questo riscatta la lettura superficiale che si fa della Massoneria come ‘realtà cospiratrice’. Il co-spiratrice va intesa invece nel senso di respirare insieme con la società, lo slancio verso il tempo. Come si fa a essere liberi se non si respira amicizia? Mazzini ha sempre sottolineato che nessuno di noi sarebbe veramente uomo se non fosse in dialogo con l’altro, in crescita con l’altro. Una solidarietà che è anzitutto morale, sapere che nella tua vita c’è l’altro. Qui si apre il grande tema della cura, dell’avere a cuore l’altro. Umanità radicale”, che richiede umiltà e pensiero aperto. “Il vero maestro è colui che dice: io sono allievo”, ha scandito Masullo tra gli applausi della platea. Platone, nella settima lettera autobiografica, spiega che la filosofia non si può insegnare. “Perché la filosofia – spiega Masullo – è come una fiamma che improvvisamente erompe laddove c’è stato un colloquio, un dialogo. Nel parlare insieme affiora qualcosa che ci appassiona e ci accomuna: la fiaccola nasce quando alcuni dialogano. L’azione culturale deve servire a sgombrare il terreno dalla macerie che impediscono all’uomo di nascere e costruire. “Occorre mantenersi aperti al cambiamento, al turbinio delle differenze – ha proseguito il filosofo – dobbiamo aiutare l’Uomo a venire alla luce. Perché la verità è relazione. L’altro c’è”.
Fonte: http://www.grandeoriente.it/eventinewsgoi/2012/10/la-lectio-magistralis-del-filosofo-aldo-masullo.aspx
Fonte: http://www.grandeoriente.it/eventinewsgoi/2012/10/la-lectio-magistralis-del-filosofo-aldo-masullo.aspx
Gustavo Raffi consegna il riconoscimento «Galileo Galilei» ad Aldo Masullo
Fonte: http://www.metropolisweb.it/
Aldo Masullo ha anche partecipato all’annuale Gran Loggia del Grande Oriente d’Italia, che si è tenuta a Rimini dal 5 al 7 aprile 2013 presso il Palacongressi di Rimini.
Fonte: http://www.grandeoriente.it/eventinewsgoi/2013/04/andare-alle-radici-per-superare-il-male-dellisolamento-la-prima-forza-e-lesempio.aspx
In merito al suo intervento avvenuto durante il talk show ‘Cittadinanza e responsabilità’, sul sito del GOI si legge:
“Con la democrazia non si scherza”, ha sottolineato nel suo applaudito intervento Aldo Masullo. “Noi che per varie ragioni siamo ammiratori di Giordano Bruno – ha proseguito il docente emerito di Filosofia morale all’Università di Napoli – non possiamo dimenticare l’innovazione introdotta dal Nolano: ogni punto dell’universo è centro. Non esiste più la legittimazione della gerarchia. Siamo tutti, egualmente, centro. Con la scolta di Bruno – ha aggiunto il pensatore partenopeo – ognuno porta tutto il peso della responsabilità del suo rapporto con gli altri. Se si vuole far vivere la democrazia, non si può presumere nessun radicalismo democratico. La democrazia non è il dominio della massa e dalla piazza. Così come la libertà non è fare quello che si vuole”. “Spesso – ha proseguito il filosofo – confondiamo spesso la libertà con la svincolatezza. Un cane legato al guinzaglio ha l’impulso di slegarsi, ma non ha coscienza di svincolarsi. Ha solo l’impulso di farlo. La libertà, invece, significa che nel momento in cui mi trovo di fronte a un altro essere umano e lo riconosco come tale perché mi pone una domanda, devo rispondere. La responsabilità dell’ascolto e della risposta”. Per Masullo c’è un’altra difficoltà: “Spesso confondiamo la società con la comunità. Se l’altro è il secondo me stesso, quando lo riconosco come tale ho con lui un rapporto fondativo, dell’essere comune. Un rapporto di tensione creativa. Il primo diritto dell’uomo è il diritto all’intimità – ha rimarcato il filosofo – nel senso platonico dello spogliarsi di estraneità per riempirsi di intimità. Alla persona che amo non posso dire la menzogna”. Dunque “il problema è giungere alle radici. Kant dice che gli uomini sono un legno storto, per natura non riescono a fare il bene. Ma perché questo legno è storto? E’ nato così o la società lo ha ridotto cosi? Educare gli uomini in modo diverso. Non sono massone ma ammiro questa Istituzione libera – ha aggiunto Masullo – che non ha altro ideale se non quella di servire la società nel suo insieme. La sua missione è comunicare questa educazione alla radice. La società, essendo costruita sulla comunità degli uomini, è veramente libera pur salvando la bellezza della differenza”. “In Italia – è stata l’analisi dell’autore di ‘Il Tempo e la Grazia’ – abbiamo divorato quello che avevamo. Incesto di potere politico e potere economico. Dobbiamo andare alle origini dei nostri mali. Il perire della classe media non è solo italiano, anche se da noi ha dei connotati più gravi perché man mano la nostra amministrazione pubblica è venuta perdendo la sua autorevolezza. Quando lo Stato non è più il controllore ma il ‘manutengolo’ del sistema privato, anche la capacità dei funzionari si viene perdendo. Aumenta la corruzione. Abbiamo caratteri tipici della nostra storia che hanno distrutto i valori scritti nella Costituzione. La globalizzazione ha portato altri elementi: i diritti non sono più quelli assicurati tanto dalla forza delle legislazioni nazionali ma sono i diritti diffusi, comuni, dei cittadini del mondo, assicurati dai Trattati. Si viene sgretolando il monolite dello Stato sovrano e si creano una rete di poteri decentrati”- “In questo mondo che si va trasformando e incide sulla vita dei singoli popoli – ha sottolineato ancora Masullo – noi che siamo il più debole dei popoli soffriamo di più”. Come porre riparo? “Le parole non bastano. Servono nell’educazione, ma non solo di quelle c’è bisogno. La forza maggiore è l’esempio”. La Massoneria, ha aggiunto, “può avere una enorme importanza se rappresenta un momento esemplare. Se non sta nascosta ma manifesta la propria forza morale ed educativa”. Per Masullo, “la democrazia è sempre in crisi, tutta la vita morale è sempre in crisi, esposta a essere lesionata. Oggi – è stata la domanda del filosofo – chi è in grado di sentire il proprio lavoro o impegno come una vocazione? Il grande male degli italiani è la separatezza, l’isolamento. Tutto ciò che è inclusione è anche una barriera di esclusione. Il mondo sta andando verso l’erosione di queste frontiere. Potremmo contribuire all’energia del mondo e della nostra vita, se riusciremo a rompere le progressive esclusioni che si vanno formando. Dobbiamo diventare coloro che tentano di escludere ciò che mette in pericolo l’altro e il pianeta. Su ciò la Massoneria può portare un contributo fondamentale”.
L’ammirazione di Masullo per la Massoneria è dovuta al fatto che lui condivide i principi massonici, infatti nella motivazione per l’ottenimento del Premio Fraternità-Città di Benevento 2010, viene detto: ‘La fraternità è per Masullo un concetto base della modernità, condizione essenziale per la realizzazione di una vera libertà e uguaglianza’ (http://www.premiofraternita.it/).
Ecco adesso l’intervista a Masullo fatta dal giornalista Marco Esposito
Non si era mai visto un Papa che scrive una lettera a un giornalista. È accaduto con Papa Francesco, che ha scritto una lunga lettera in risposta alle domande che gli aveva posto in due editoriali il fondatore di Repubblica Eugenio Scalfari.
È più forte – chiediamo al filosofo Aldo Masullo – la novità di forma o la sostanza di quanto dice Bergoglio?
«Credo non esista forma che non sia sostanza. Quindi l’intervento in risposta a Scalfari innova sia in senso formale sia sostanziale. Siamo di fronte a una vera e propria rottura rispetto a quanto rappresenta tradizionalmente la Chiesa cattolica e direi il cristianesimo in generale».
«Credo non esista forma che non sia sostanza. Quindi l’intervento in risposta a Scalfari innova sia in senso formale sia sostanziale. Siamo di fronte a una vera e propria rottura rispetto a quanto rappresenta tradizionalmente la Chiesa cattolica e direi il cristianesimo in generale».
Un Papa che ci sta abituando a gesti che spiazzano…
«Il Papa risponde direttamente a domande di un non credente e ciò rappresenta uno spostamento del rapporto tra credente e non credente dal piano culturale a un piano strettamente etico. Inoltre la lettera di Francesco è riportata da un giornale, è pubblica, non resta all’interno magari di un libro che pochi leggono».
«Il Papa risponde direttamente a domande di un non credente e ciò rappresenta uno spostamento del rapporto tra credente e non credente dal piano culturale a un piano strettamente etico. Inoltre la lettera di Francesco è riportata da un giornale, è pubblica, non resta all’interno magari di un libro che pochi leggono».
Entriamo nel merito: è rimasto sorpreso dalle parole del Papa?
«Sì e in modo imprevedibile. C’è un passo della lettera di Francesco che coincide in modo quasi letterale con un dialogo che ho immaginato in un mio libro del 2012, ”Piccolo teatro filosofico”, nel quale Papa Benedetto e Amleto si confrontano. E Amleto dice: la verità non è altro se non la relazione».
«Sì e in modo imprevedibile. C’è un passo della lettera di Francesco che coincide in modo quasi letterale con un dialogo che ho immaginato in un mio libro del 2012, ”Piccolo teatro filosofico”, nel quale Papa Benedetto e Amleto si confrontano. E Amleto dice: la verità non è altro se non la relazione».
Quindi Bergoglio parla più come il suo Amleto che come il suo Papa Benedetto…
«Eh sì. Papa Francesco scrive: nemmeno per chi crede parlerei di verità assoluta, la verità è una relazione. Nel mio libro a pagina 46 facevo dire a Benedetto: se anche Gesù non fosse esistito io crederei ai Vangeli. E Amleto replicava: la verità del tuo Dio non esisterebbe senza la relazione del tuo ascolto con le sue parole».
«Eh sì. Papa Francesco scrive: nemmeno per chi crede parlerei di verità assoluta, la verità è una relazione. Nel mio libro a pagina 46 facevo dire a Benedetto: se anche Gesù non fosse esistito io crederei ai Vangeli. E Amleto replicava: la verità del tuo Dio non esisterebbe senza la relazione del tuo ascolto con le sue parole».
Papa Bergoglio è un lettore di Aldo Masullo?
«Per carità! Ma con le sue affermazioni il dogmatismo della verità viene radicalmente capovolto. Il dialogo non è possibile se ciascuno ritiene che la sua sia la verità. La verità è una relazione».
«Per carità! Ma con le sue affermazioni il dogmatismo della verità viene radicalmente capovolto. Il dialogo non è possibile se ciascuno ritiene che la sua sia la verità. La verità è una relazione».
Ma tale ragionamento non porta al relativismo?
«No. Non parlerei mai di relativismo, semmai di relazionismo, la verità è nella relazione. Con conseguenze politiche perché se non esiste alcun assoluto si dà spazio all’etica, la quale è fondamento della pace perché l’etica è l’adempimento del principio di mantenere una comunicazione con gli altri e finché si comunica è impossibile la guerra. La pace nel mondo è fondata sulla capacità di non rompere mai la comunicazione con gli altri».
Repubblica in un titolo sintetizza: «Dio perdona chi segue la propria coscienza». In realtà Bergoglio sembra dire: «Chi segue la propria coscienza non può peccare». È così?
«La coscienza è un aspetto estremamente fecondo. Bergoglio ha conosciuto in America Latina l’insopportabilità del potere arbitrario sulla vita dei singoli, è studioso di psicologia e filosofia e con le sue parole sottolinea una cosa che è alla base delle riflessioni di Sant’Agostino ma anche del protestantesimo di Lutero. È nella coscienza che la parola del Vangelo trova un senso. Peraltro se Dio avesse creato un uomo privo di tale facoltà si sminuirebbe anche il valore di quel Dio».
Il Papa come Lutero…Non si rischia di creare sbandamento tra le fila dei credenti?
«Lo si legge nel Vangelo: è necessario che gli scandali avvengano. In fondo è questo il senso della parola, o no? Anche se in qualcuno tale parola dovesse portare la massima inquietudine. La lettera del Papa ha enormi potenzialità, che vanno fatte emergere».
Si aspetta più atei affascinati dalle«scandalose» parole del Papa o più credenti turbati?
«Mi aspetto più atei e più credenti che pratichino ciò in cui credono. Del resto il messaggio di Gesù è importante per il suo valore etico, per il prevalere della coscienza sui valori mondani, per l’umanità che c’è dietro il gesto del buon samaritano».
Lei si definirebbe ateo?
«Sono un pensatore critico, un pensatore etico. Tra la verità buona e la bontà vera a me interessa quest’ultima perché verificabile, in quanto portatrice di unione e non di separazione. L’unico peccato che conosco è rompere la relazione con gli altri, come scriverò nel mio prossimo libro».
Ci anticipa il titolo?
«”Stati di nichilismo”. Il nichilismo è vivere senza fede, che per me non è la fede religiosa, ma la fede nella ragione umana. In essa c’è qualcosa di universale».
Fonte: Il Mattino, 12 Settembre 2013, pag. 12 – scaricabile da qua http://www.grandeoriente.it/media/303179/Il%20Mattino-12-09-13.pdf
Gustavo Raffi quando a Marzo di quest’anno avvenne l’elezione di questo papa disse: ‘Con Papa Francesco nulla sarà più come prima’.
A distanza di pochi mesi, già si capisce perchè aveva detto quelle parole. Ma come faceva a saperlo? Diciamo che Raffi era ben informato.
Chi ha orecchi da udire, oda
Fonte: giacintobutindaro.org
Fonte: giacintobutindaro.org