Investimenti in immobili, azioni, oro, valute pregiate. Dall’Apsa allo Ior, la prima mappa della holding pontificia che gestisce in Italia e in Europa il tesoro della Santa Sede. Per la quale si è scatenata un’altra guerra di potere
Di Emiliano Fittipaldi - 17 luglio 2014
Immobili, azioni, oro, valute pregiate per un valore superiore a dieci miliardi di euro. “L'Espresso” nel numero in edicola domani presenta la prima analisi completa degli investimenti della Santa Sede in tutta Europa, radiografata da Emiliano Fittipaldi grazie a documenti riservati e bilanci interni.
Spulciando una relazione segreta della Cosea, la dissolta Commissione referente sull’organizzazione della struttura economica pontificia si scopre, per esempio, che «le varie istituzioni vaticane gestiscono i propri asset e quelli di terzi a un valore dichiarato di 9-10 miliardi di euro, di cui 8-9 miliardi in titoli, e uno di immobiliare». Il cuore degli investimenti è amministrato dall'Apsa. Che controlla la Sopridex Sa, proprietaria di immobili di lusso nel centro di Parigi con inquilini famosi come François Mitterrand e oggi ha attività iscritte a bilancio che arrivano a 46,8 milioni di euro. Ma all’Apsa fanno capo anche dieci società svizzere (tra cui la misteriosa Diversa Sa, l’Immobiliere Sur Collonge e l’Immobiliere Florimont) che, insieme alla Profima Sa, gestiscono proprietà e terreni nella confederazione elvetica e in mezza Europa. Tutte insieme valgono 18 milioni.
Inoltre il Vaticano possiede società immobiliari anche in Inghilterra (la British Grolux Investments Ltd, fondata nel 1933, gestisce oggi a Londra attività per la bellezza di 38,8 milioni di euro inclusi negozi di lusso in New Bond Street) e, ovviamente, in Italia: oltre allo sterminato forziere di Propaganda Fide (ribattezzata Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, ha un patrimonio stimato, al netto della crisi immobiliare, di circa 7 miliardi), controlla pure le società Sirea e Leonina, che a bilancio valgono oltre 16 milioni.
Il bilancio finale dell’Apsa è impressionante. Case e appartamenti sparsi in Europa nel 2013 hanno toccato il valore complessivo di 342 milioni, ma quello del portafoglio investimenti in euro ha superato la bellezza di 475 milioni, a cui bisogna aggiungere titoli per 137 milioni di dollari, 33 milioni di sterline e 17 milioni di franchi svizzeri.
Infine l'oro: leggendo i dati riservati del 2013 si scopre che l’Apsa detiene metalli preziosi per «30,8 milioni di euro una voce che corrisponde a 32.232 once in lingotti e a 3.122 once d’oro monetato... Il valore è diminuito di 12,4 milioni di euro rispetto all’esercizio precedente». Qualcuno, però, sospetta che parte importante delle riserve auree del Vaticano (alcune stime interne della segreteria di Stato da prendere con le molle parlano di un controvalore di 140 miliardi di euro, il doppio di quanto conservato dalla Banca d’Italia) sia conservata nei forzieri svizzeri e in Inghilterra.
Oltre all’oro dell’Apsa il Vaticano conta sul patrimonio dello Ior, valutato 6 miliardi tondi tondi. Non stupisce che sul gruzzolo, dopo l’arrivo del nuovo pontefice, si sia scatenata una battaglia (l’ennesima) per la gestione che come protagonista il cardinale australiano George Pell, nominato da Francesco capo di un nuovo dicastero, la Segreteria dell’Economia.
Fonte: http://espresso.repubblica.it/inchieste/2014/07/17/news/
Spulciando una relazione segreta della Cosea, la dissolta Commissione referente sull’organizzazione della struttura economica pontificia si scopre, per esempio, che «le varie istituzioni vaticane gestiscono i propri asset e quelli di terzi a un valore dichiarato di 9-10 miliardi di euro, di cui 8-9 miliardi in titoli, e uno di immobiliare». Il cuore degli investimenti è amministrato dall'Apsa. Che controlla la Sopridex Sa, proprietaria di immobili di lusso nel centro di Parigi con inquilini famosi come François Mitterrand e oggi ha attività iscritte a bilancio che arrivano a 46,8 milioni di euro. Ma all’Apsa fanno capo anche dieci società svizzere (tra cui la misteriosa Diversa Sa, l’Immobiliere Sur Collonge e l’Immobiliere Florimont) che, insieme alla Profima Sa, gestiscono proprietà e terreni nella confederazione elvetica e in mezza Europa. Tutte insieme valgono 18 milioni.
Inoltre il Vaticano possiede società immobiliari anche in Inghilterra (la British Grolux Investments Ltd, fondata nel 1933, gestisce oggi a Londra attività per la bellezza di 38,8 milioni di euro inclusi negozi di lusso in New Bond Street) e, ovviamente, in Italia: oltre allo sterminato forziere di Propaganda Fide (ribattezzata Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, ha un patrimonio stimato, al netto della crisi immobiliare, di circa 7 miliardi), controlla pure le società Sirea e Leonina, che a bilancio valgono oltre 16 milioni.
Il bilancio finale dell’Apsa è impressionante. Case e appartamenti sparsi in Europa nel 2013 hanno toccato il valore complessivo di 342 milioni, ma quello del portafoglio investimenti in euro ha superato la bellezza di 475 milioni, a cui bisogna aggiungere titoli per 137 milioni di dollari, 33 milioni di sterline e 17 milioni di franchi svizzeri.
Infine l'oro: leggendo i dati riservati del 2013 si scopre che l’Apsa detiene metalli preziosi per «30,8 milioni di euro una voce che corrisponde a 32.232 once in lingotti e a 3.122 once d’oro monetato... Il valore è diminuito di 12,4 milioni di euro rispetto all’esercizio precedente». Qualcuno, però, sospetta che parte importante delle riserve auree del Vaticano (alcune stime interne della segreteria di Stato da prendere con le molle parlano di un controvalore di 140 miliardi di euro, il doppio di quanto conservato dalla Banca d’Italia) sia conservata nei forzieri svizzeri e in Inghilterra.
Oltre all’oro dell’Apsa il Vaticano conta sul patrimonio dello Ior, valutato 6 miliardi tondi tondi. Non stupisce che sul gruzzolo, dopo l’arrivo del nuovo pontefice, si sia scatenata una battaglia (l’ennesima) per la gestione che come protagonista il cardinale australiano George Pell, nominato da Francesco capo di un nuovo dicastero, la Segreteria dell’Economia.
Fonte: http://espresso.repubblica.it/inchieste/2014/07/17/news/