Poteva mai il gesuita Jorge Bergoglio (eletto ‘papa’ ieri 13 Marzo 2013), che nel 2005 era stato candidato al soglio pontificio dall’allora cardinale massone Carlo Maria Martini, non essere ecumenico? Certamente no, e difatti da cardinale promuoveva l’ecumenismo con gli Evangelici. Sono gli stessi cattolici romani che ce lo fanno sapere.
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Cattolici ed evangelici convocati a condividere e annunciare il nome di Gesù. Nuovo impulso ecumenico dall’incontro della CRECES a Buenos Aires
BUENOS AIRES/BARI, domenica, 26 agosto 2007 (ZENIT.org).- Un appello ad annunciare e a condividere “il nome di Gesù” è risuonato, sulle labbra del Cardinale primate d’Argentina, nel IV Incontro Fraterno della Comunione Rinnovata di Evangelici e Cattolici nello Spirito (CRECES), celebrato recentemente a Buenos Aires.
Sono accorse all’appuntamento ecumenico – dal motto “Gesù al Luna Park” (nome dello stadio in cui ha avuto luogo) – lunedì scorso migliaia di cristiani: lode, musica e canzoni, adorazione, interventi, riflessioni, testimonianze ed espressioni di solidarietà hanno riempito la giornata, culminata con una Dichiarazione Congiunta della commissione direttiva della CRECES, consapevole che il mondo può cambiare se tutti i cristiani uniranno la propria voce per proclamare Gesù Cristo.
Sono accorse all’appuntamento ecumenico – dal motto “Gesù al Luna Park” (nome dello stadio in cui ha avuto luogo) – lunedì scorso migliaia di cristiani: lode, musica e canzoni, adorazione, interventi, riflessioni, testimonianze ed espressioni di solidarietà hanno riempito la giornata, culminata con una Dichiarazione Congiunta della commissione direttiva della CRECES, consapevole che il mondo può cambiare se tutti i cristiani uniranno la propria voce per proclamare Gesù Cristo.
Annunciare e condividere il nome di Gesù
L’Arcivescovo di Buenos Aires e primate d’Argentina, il Cardinale Jorge Bergoglio, ha offerto il proprio sostegno all’incontro, come in occasioni precedenti; è intervenuto richiamando i cristiani a “non privatizzare il Vangelo” e ha convocato il popolo di Dio ad annunciare e a condividere “il nome di Gesù”, ha reso noto l’organizzazione a ZENIT.
“Il nome di Gesù è il centro della nostra vita, la colonna vertebrale. Il suo nome deve significare per noi memoria, incontro e annuncio (…). Che questa memoria guidi la nostra vita. Il nome di Gesù deve essere custodito nella nostra memoria perché quello spirito non si adulteri in me”, ha sottolineato il porporato.
“Non privatizziamo il Vangelo”, “non privatizziamo il nome di Gesù per noi stessi. Se non lo condivido, è perché non l’ho capito. Gratuitamente lo abbiamo ricevuto, gratuitamente dobbiamo darlo”, ha esortato. Matteo Calisi, come fondatore e presidente della “Comunità di Gesù” (www.comunitadigesu.org ) – comunità carismatica cattolica nata a Bari che da più di vent’anni promuove la riconciliazione tra i cristiani – e presidente della Fraternità Internazionale delle Comunità e Associazioni Carismatiche di Alleanza (www.catholicfraternity.net), ha partecipato all’incontro come uno degli oratori principali.
In alcune dichiarazioni a ZENIT ha approfondito l’appello del Cardinal Bergoglio, sottolineando che, come afferma il porporato, “nessuno ha il diritto di relegare l’annuncio del Vangelo ad una mera sfera religiosa privata”. “Inoltre, l’annuncio del Vangelo è un diritto-dovere tutti coloro che appartengono al Regno di Dio, che sono stati battezzati in Cristo, che sono, quindi, figli dell’unico Padre Celeste e nostri fratelli, anche se non ancora in piena comunione con la Chiesa Cattolica”, ha sottolineato Calisi.
In questi incontri, il Cardinal Bergoglio ha espresso alcuni “gesti concreti” di ecumenismo spirituale mostrando la sua “volontà di voler perseguire con decisione questo cammino ecumenico, un impegno prioritario” di Benedetto XVI “ed irrinunciabile per la Chiesa Cattolica”, ha affermato.
Frutto dell’incontro della CRECES è la Dichiarazione finale, con “un valore ed una importanza rilevante particolarmente qui in America Latina dove le relazioni tra la Chiesa Cattolica e gran parte del mondo evangelico pentecostale sono state segnate da molte incomprensioni e dalla mancanza di un dialogo fraterno”, ha spiegato Calisi a ZENIT.
“Il nome di Gesù è il centro della nostra vita, la colonna vertebrale. Il suo nome deve significare per noi memoria, incontro e annuncio (…). Che questa memoria guidi la nostra vita. Il nome di Gesù deve essere custodito nella nostra memoria perché quello spirito non si adulteri in me”, ha sottolineato il porporato.
“Non privatizziamo il Vangelo”, “non privatizziamo il nome di Gesù per noi stessi. Se non lo condivido, è perché non l’ho capito. Gratuitamente lo abbiamo ricevuto, gratuitamente dobbiamo darlo”, ha esortato. Matteo Calisi, come fondatore e presidente della “Comunità di Gesù” (www.comunitadigesu.org ) – comunità carismatica cattolica nata a Bari che da più di vent’anni promuove la riconciliazione tra i cristiani – e presidente della Fraternità Internazionale delle Comunità e Associazioni Carismatiche di Alleanza (www.catholicfraternity.net), ha partecipato all’incontro come uno degli oratori principali.
In alcune dichiarazioni a ZENIT ha approfondito l’appello del Cardinal Bergoglio, sottolineando che, come afferma il porporato, “nessuno ha il diritto di relegare l’annuncio del Vangelo ad una mera sfera religiosa privata”. “Inoltre, l’annuncio del Vangelo è un diritto-dovere tutti coloro che appartengono al Regno di Dio, che sono stati battezzati in Cristo, che sono, quindi, figli dell’unico Padre Celeste e nostri fratelli, anche se non ancora in piena comunione con la Chiesa Cattolica”, ha sottolineato Calisi.
In questi incontri, il Cardinal Bergoglio ha espresso alcuni “gesti concreti” di ecumenismo spirituale mostrando la sua “volontà di voler perseguire con decisione questo cammino ecumenico, un impegno prioritario” di Benedetto XVI “ed irrinunciabile per la Chiesa Cattolica”, ha affermato.
Frutto dell’incontro della CRECES è la Dichiarazione finale, con “un valore ed una importanza rilevante particolarmente qui in America Latina dove le relazioni tra la Chiesa Cattolica e gran parte del mondo evangelico pentecostale sono state segnate da molte incomprensioni e dalla mancanza di un dialogo fraterno”, ha spiegato Calisi a ZENIT.
Missione comune
Questa Dichiarazione “è un atto congiunto tra cattolici ed evangelici che esprime un desiderio sincero di riconciliazione e la volontà d’intraprendere la comune missione dell’annuncio del Vangelo”, ha aggiunto.
“L’esperienza di questo dialogo tra cattolici ed evangelici proposto dal CRECES in Argentina e in America Latina è la risposta concreta ed effettiva che è possibile collaborare all’unica missione del Vangelo nel mutuo rispetto, apertura e sincerità”, ha osservato.
“Infatti – constata Calisi –, lo scopo del recente Meeting non è stato altro che la proclamazione gioiosa e congiunta del kerigma apostolico affidato da Cristo ai suoi discepoli per la chiamata alla conversione di quanti ancora non lo hanno incontrato”.
“Quindi la nostra unità non si basa su una Dichiarazione astratta ma sulla comune missione voluta da Gesù per la Sua Chiesa ‘perchè il modo creda’. Questo dialogo rappresenta senza dubbi una fra le risposte provvidenziali dello Spirito Santo alle sfide ecumeniche della Chiesa in America Latina evidenziate dal recente documento finale del CELAM di Aparecida, approvato da Papa Benedetto XVI”.
“L’esperienza di questo dialogo tra cattolici ed evangelici proposto dal CRECES in Argentina e in America Latina è la risposta concreta ed effettiva che è possibile collaborare all’unica missione del Vangelo nel mutuo rispetto, apertura e sincerità”, ha osservato.
“Infatti – constata Calisi –, lo scopo del recente Meeting non è stato altro che la proclamazione gioiosa e congiunta del kerigma apostolico affidato da Cristo ai suoi discepoli per la chiamata alla conversione di quanti ancora non lo hanno incontrato”.
“Quindi la nostra unità non si basa su una Dichiarazione astratta ma sulla comune missione voluta da Gesù per la Sua Chiesa ‘perchè il modo creda’. Questo dialogo rappresenta senza dubbi una fra le risposte provvidenziali dello Spirito Santo alle sfide ecumeniche della Chiesa in America Latina evidenziate dal recente documento finale del CELAM di Aparecida, approvato da Papa Benedetto XVI”.
La realtà della CRECES
La CRECES (www.creces.org.ar) è nata dal desiderio di un gruppo di cattolici ed evangelici che, senza saperlo, pregavano per conto proprio perché il Signore suscitasse una forma di dar vita a un cammino comune verso il compimento della preghiera di Gesù: che tutti siano uno “perché il mondo creda che tu mi hai mandato” (Gv 17,21), spiegano i promotori.
Un cammino in comune è iniziato con la visita di Matteo Calisi a Buenos Aires nel luglio 2003. Da vent’anni il laico italiano – che vede nell’origine della CRECES un’ispirazione del Signore – e il pastore evangelico Jorge Himitian della capitale argentina condividevano lo stesso desiderio di unità.
“Quando la Comunità di Gesù di Bari diede inizio alla sua prima fondazione argentina a Buenos Aires nel 2003 fu la promotrice dell’iniziativa del CRECES – ha detto Calisi a ZENIT –. Infatti, attualmente, degli 8 membri del Consiglio Esecutivo del CRECES (formato da pastori evangelici e leader cattolici) 3 sono membri della Comunità di Gesù argentina”.
E’ stato adottato il nome di “Comunione Rinnovata di Evangelici e Cattolici nello Spirito” perché non si tratta semplicemente di un gruppo, ma “il Signore ha creato una vera Comunione tra noi, Rinnovata dal suo Spirito”, spiegano i suoi membri.
Nel nome si esprime anche la comune esperienza “carismatica”: quella del Battesimo nello Spirito Santo, un’esperienza di effusione condivisa oggi da 600 milioni di cristiani in tutto il mondo, evangelici di tutte le denominazioni, ortodossi e cattolici.
Un cammino in comune è iniziato con la visita di Matteo Calisi a Buenos Aires nel luglio 2003. Da vent’anni il laico italiano – che vede nell’origine della CRECES un’ispirazione del Signore – e il pastore evangelico Jorge Himitian della capitale argentina condividevano lo stesso desiderio di unità.
“Quando la Comunità di Gesù di Bari diede inizio alla sua prima fondazione argentina a Buenos Aires nel 2003 fu la promotrice dell’iniziativa del CRECES – ha detto Calisi a ZENIT –. Infatti, attualmente, degli 8 membri del Consiglio Esecutivo del CRECES (formato da pastori evangelici e leader cattolici) 3 sono membri della Comunità di Gesù argentina”.
E’ stato adottato il nome di “Comunione Rinnovata di Evangelici e Cattolici nello Spirito” perché non si tratta semplicemente di un gruppo, ma “il Signore ha creato una vera Comunione tra noi, Rinnovata dal suo Spirito”, spiegano i suoi membri.
Nel nome si esprime anche la comune esperienza “carismatica”: quella del Battesimo nello Spirito Santo, un’esperienza di effusione condivisa oggi da 600 milioni di cristiani in tutto il mondo, evangelici di tutte le denominazioni, ortodossi e cattolici.
http://www.zenit.org/it/articles/cattolici-ed-evangelici-convocati-a-condividere-e-annunciare-il-nome-di-gesu
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NUOVI PRETI DELLA NUOVA CHIESA
ARGENTINA . III Encuentro Fraterno della Comunión Renovada de Evangélicos y Católicos en el Espíritu (CRECES). Sotto il patrocinio del primate argentino il card. Jorge Mario Bergoglio, Arcivescovo di Buenos Aires, che si “sottopone” volentieri agli eretici con il gesto incredibile di inginocchiarsi e di farsi benedire
Per introdurre questa clamorosa vicenda (anch’essa segnalataci da un amico del posto, che ringraziamo di cuore) sarà bene riportare l’informativa in lingua italiana dell’Agenzia Zenit del 22 giugno scorso (http://zenit.org/italian/)
BUENOS AIRES, giovedì, 22 giugno 2006 (ZENIT.org).- Sono stati circa 7.000 i cattolici e gli evangelici che si sono riuniti questo lunedì nello stadio Luna Park di Buenos Aires per pregare per l’unità dei cristiani in occasione del III Incontro Fraterno della Comunione Rinnovata di Evangelici e Cattolici nello Spirito (CRECES).
All’incontro, al quale hanno partecipato, tra gli altri, padre Raniero Cantalamessa, OFM, predicatore della Casa Pontificia, il pastore Giovanni Traettino, Vescovo della Chiesa Evangelica della Riconciliazione in Italia, e Matteo Calisi, Presidente della Fraternità Cattolica di Associazioni e Comunità Carismatiche di Alleanza, ha dato il suo sostegno il Cardinale Jorge Mario Bergoglio, Arcivescovo di Buenos Aires e primate d’Argentina.
Secondo quanto reso noto da un comunicato ricevuto da ZENIT, “tutta la giornata è stata una testimonianza di unità”.
“Una ventina di pastori, laici e sacerdoti, musicisti e oratori ha condiviso il palco per invitare la gente a pregare e a cantare per Gesù. Nella moltitudine non c’erano divisioni tra cattolici ed evangelici. Tutti si sono seduti insieme ed hanno condiviso come fratelli le lodi e le prediche”.
Il primo incontro di questo tipo si è svolto nel 2004. “La cosa nuova che il Signore stava facendo era in realtà la cosa vecchia”, ha detto il pastore Norberto Saracco nel presentare la CRECES e ricordare il desiderio di Dio di raggiungere l’unità di tutti i suoi figli.
Nel suo intervento, Matteo Calisi ha ricordato il suo ingresso nel Movimento del Rinnovamento Carismatico, quando i carismatici erano soliti riunirsi alla Pontificia Università Gregoriana. In seguito il pastore Traettino lo invitò ad una riunione nella sua chiesa, alla quale assistette come unico cattolico. Iniziò allora il rapporto tra la Comunità di Gesù di Bari e la Chiesa evangelica di Traettino, che “è andato crescendo e ha trasformato in realtà l’incontro tra le due Chiese in ogni parte del mondo”.
La chiave dell’unità, ha sottolineato padre Raniero Cantalamessa, è l’amore: “Il nostro contributo all’unità è l’amore reciproco”, ha spiegato. Se alcuni vogliono costruire l’unità a partire della verità di fede, “noi vogliamo farlo partendo dal cuore”.
“L’unità che cerchiamo esiste già perché è stata conquistata da Cristo e si rende operante nella Chiesa attraverso lo Spirito Santo”, ha aggiunto. “Lo Spirito precede, l’istituzione non può far altro che seguirlo”.
Il predicatore vaticano ha segnalato che “c’è ancora molto da fare”, e che “da sola la via dell’ecumenismo ufficiale e teologico non raggiungerebbe mai l’unità dei cristiani. E’ necessario sostenere l’ecumenismo dottrinale con quello spirituale. E visto che entrambi procedono dallo stesso Spirito, non può esserci conflitto”.
Giovanni Traettino ha quindi sottolineato che “il Battesimo dello Spirito Santo non può essere un’esperienza individuale, ma comunitaria. La Pentecoste è uno spirito di frontiera che avvicina e unisce cattolici ed evangelici. La croce è il principio della nostra riconciliazione”.
“L’unità non è una scelta perché Dio è unità”, ha esclamato, avvertendo che “ci saranno molte resistenza ma Dio vincerà”.
Il Cardinal Bergoglio, dopo aver ricevuto in ginocchio l’imposizione delle mani dei pastori, sacerdoti e laici che hanno animato l’incontro, ha pronunciato un intervento sul tema “Abbraccio, piaga e vento”.
“Che il Padre ci chiuda la bocca con l’abbraccio e ci unisca sempre più”, ha auspicato. “Sì, sono peccatore, vedo la piaga con cui Cristo ci ha salvato”; “appropriamoci della piaga di Cristo”. Quanto al vento (dello Spirito Santo), ha osservato che è lui che “ci stringe nell’unità” e “ci unisce come chiese riconciliate nella diversità”.
Al termine della giornata, il pastore Carlos Mraida ha letto la dichiarazione congiunta del Terzo Incontro di Evangelici e Cattolici, sul tema “Testimonianza e Impegno”.
“Siamo venuti a celebrare l’amore di Dio Padre, che ci ha resi suoi figli, ricreando la nostra vita e dandole senso e proposito”, si legge.
“Siamo venuti a celebrare la grazia di nostro Signore Gesù Cristo, che ci ha fatti nuove creature”; “siamo venuti a celebrare la presenza nella nostra vita dello Spirito Santo, che ci aiuta, ci consola e ci rafforza”.
“Siamo venuti a celebrare che c’è una sola Chiesa, formata da tutti coloro che confessano che Gesù è il Signore e sono stati battezzati. Facendolo non possiamo fare a meno di dichiarare con dolore e pentimento che le nostre divisioni hanno impedito di mostrare adeguatamente al mondo il proposito di Dio di conformare un’umanità diversa ma unita”, ha aggiunto.
“Siamo venuti a celebrare la gloria di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, conclude la dichiarazione. Dichiariamo che la sua gloria è presente e riempirà tutta la terra. Ci impegniamo a far sì che questa gloria si manifesti in modo più abbondante nella nostra Nazione. A Lui la gloria per sempre. Amen”.
All’incontro, al quale hanno partecipato, tra gli altri, padre Raniero Cantalamessa, OFM, predicatore della Casa Pontificia, il pastore Giovanni Traettino, Vescovo della Chiesa Evangelica della Riconciliazione in Italia, e Matteo Calisi, Presidente della Fraternità Cattolica di Associazioni e Comunità Carismatiche di Alleanza, ha dato il suo sostegno il Cardinale Jorge Mario Bergoglio, Arcivescovo di Buenos Aires e primate d’Argentina.
Secondo quanto reso noto da un comunicato ricevuto da ZENIT, “tutta la giornata è stata una testimonianza di unità”.
“Una ventina di pastori, laici e sacerdoti, musicisti e oratori ha condiviso il palco per invitare la gente a pregare e a cantare per Gesù. Nella moltitudine non c’erano divisioni tra cattolici ed evangelici. Tutti si sono seduti insieme ed hanno condiviso come fratelli le lodi e le prediche”.
Il primo incontro di questo tipo si è svolto nel 2004. “La cosa nuova che il Signore stava facendo era in realtà la cosa vecchia”, ha detto il pastore Norberto Saracco nel presentare la CRECES e ricordare il desiderio di Dio di raggiungere l’unità di tutti i suoi figli.
Nel suo intervento, Matteo Calisi ha ricordato il suo ingresso nel Movimento del Rinnovamento Carismatico, quando i carismatici erano soliti riunirsi alla Pontificia Università Gregoriana. In seguito il pastore Traettino lo invitò ad una riunione nella sua chiesa, alla quale assistette come unico cattolico. Iniziò allora il rapporto tra la Comunità di Gesù di Bari e la Chiesa evangelica di Traettino, che “è andato crescendo e ha trasformato in realtà l’incontro tra le due Chiese in ogni parte del mondo”.
La chiave dell’unità, ha sottolineato padre Raniero Cantalamessa, è l’amore: “Il nostro contributo all’unità è l’amore reciproco”, ha spiegato. Se alcuni vogliono costruire l’unità a partire della verità di fede, “noi vogliamo farlo partendo dal cuore”.
“L’unità che cerchiamo esiste già perché è stata conquistata da Cristo e si rende operante nella Chiesa attraverso lo Spirito Santo”, ha aggiunto. “Lo Spirito precede, l’istituzione non può far altro che seguirlo”.
Il predicatore vaticano ha segnalato che “c’è ancora molto da fare”, e che “da sola la via dell’ecumenismo ufficiale e teologico non raggiungerebbe mai l’unità dei cristiani. E’ necessario sostenere l’ecumenismo dottrinale con quello spirituale. E visto che entrambi procedono dallo stesso Spirito, non può esserci conflitto”.
Giovanni Traettino ha quindi sottolineato che “il Battesimo dello Spirito Santo non può essere un’esperienza individuale, ma comunitaria. La Pentecoste è uno spirito di frontiera che avvicina e unisce cattolici ed evangelici. La croce è il principio della nostra riconciliazione”.
“L’unità non è una scelta perché Dio è unità”, ha esclamato, avvertendo che “ci saranno molte resistenza ma Dio vincerà”.
Il Cardinal Bergoglio, dopo aver ricevuto in ginocchio l’imposizione delle mani dei pastori, sacerdoti e laici che hanno animato l’incontro, ha pronunciato un intervento sul tema “Abbraccio, piaga e vento”.
“Che il Padre ci chiuda la bocca con l’abbraccio e ci unisca sempre più”, ha auspicato. “Sì, sono peccatore, vedo la piaga con cui Cristo ci ha salvato”; “appropriamoci della piaga di Cristo”. Quanto al vento (dello Spirito Santo), ha osservato che è lui che “ci stringe nell’unità” e “ci unisce come chiese riconciliate nella diversità”.
Al termine della giornata, il pastore Carlos Mraida ha letto la dichiarazione congiunta del Terzo Incontro di Evangelici e Cattolici, sul tema “Testimonianza e Impegno”.
“Siamo venuti a celebrare l’amore di Dio Padre, che ci ha resi suoi figli, ricreando la nostra vita e dandole senso e proposito”, si legge.
“Siamo venuti a celebrare la grazia di nostro Signore Gesù Cristo, che ci ha fatti nuove creature”; “siamo venuti a celebrare la presenza nella nostra vita dello Spirito Santo, che ci aiuta, ci consola e ci rafforza”.
“Siamo venuti a celebrare che c’è una sola Chiesa, formata da tutti coloro che confessano che Gesù è il Signore e sono stati battezzati. Facendolo non possiamo fare a meno di dichiarare con dolore e pentimento che le nostre divisioni hanno impedito di mostrare adeguatamente al mondo il proposito di Dio di conformare un’umanità diversa ma unita”, ha aggiunto.
“Siamo venuti a celebrare la gloria di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, conclude la dichiarazione. Dichiariamo che la sua gloria è presente e riempirà tutta la terra. Ci impegniamo a far sì che questa gloria si manifesti in modo più abbondante nella nostra Nazione. A Lui la gloria per sempre. Amen”.
Una veduta del palco. Sul cartello si può notare quella strana croce con una testa, che evoca una sorta di umanizzazione della Croce di Cristo.
Quali sono gli scopi di queste assemblee ecumeniche nella quali si ritrovano le persone più strane? Ce lo dicono le parole della “dichiarazione congiunta” finale:
“Siamo venuti a celebrare che c’è una sola Chiesa, formata da tutti coloro che confessano che Gesù è il Signore e sono stati battezzati”.
Una sola Chiesa ! ? ! (Una Chiesa ideale, immaginaria, ipotetica ?)
Composta da tutti coloro che confessano che Gesù è il Signore ! ? ! (Cioè chiunque !)
Ma siamo davvero al cospetto di una realtà fantasiosa e irreale !
Questo mondo è davvero impazzito !
Ma, di grazia, siamo davvero ridotti così male, noi cattolici, da doverci adunare con chiunque dica di professare che Gesù è il Signore ?
Abbiamo davvero dimenticato l’ammonimento del Signore stesso:
Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli (Mt. 7, 21) ?
Ma la cosa più grave è costituita dal fatto che il mallevadore della riunione di questa combriccola di amici è niente di meno che il cardinale Jorge Mario Bergoglio.
Sì, proprio lui, quello che diversi cardinali volevano diventasse papa al posto dell’attuale Benedetto XVI.
In uno dei giornali locali, La Nacion del 20 giugno, la notizia è stata riportata in breve, ma con un certo incosciente compiacimento e corredata da tanto di foto. Tra l’altro si leggeva:
«Il momento più emozionante è stato quando i presenti hanno accolto calorosamente il cardinale Jorge Bergoglio, il quale ha rivolto un breve saluto e, come è suo costume, ha chiesto di pregare per lui. I pastori lo hanno preso in parola.
Il cardinale si è inginocchiato e tutti i presenti hanno chiesto per lui – che è “una delle voci profetiche della nazione” – abbondante sapienza».
Di fronte a constatazioni come queste, dobbiamo ringraziare l’intervento dello Spirito Santo
che non ha permesso che costui diventasse il capo visibile della Chiesa Cattolica.
Guardate in che stato si può ridurre un cardinale di Santa Romana Chiesa:
“Siamo venuti a celebrare che c’è una sola Chiesa, formata da tutti coloro che confessano che Gesù è il Signore e sono stati battezzati”.
Una sola Chiesa ! ? ! (Una Chiesa ideale, immaginaria, ipotetica ?)
Composta da tutti coloro che confessano che Gesù è il Signore ! ? ! (Cioè chiunque !)
Ma siamo davvero al cospetto di una realtà fantasiosa e irreale !
Questo mondo è davvero impazzito !
Ma, di grazia, siamo davvero ridotti così male, noi cattolici, da doverci adunare con chiunque dica di professare che Gesù è il Signore ?
Abbiamo davvero dimenticato l’ammonimento del Signore stesso:
Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli (Mt. 7, 21) ?
Ma la cosa più grave è costituita dal fatto che il mallevadore della riunione di questa combriccola di amici è niente di meno che il cardinale Jorge Mario Bergoglio.
Sì, proprio lui, quello che diversi cardinali volevano diventasse papa al posto dell’attuale Benedetto XVI.
In uno dei giornali locali, La Nacion del 20 giugno, la notizia è stata riportata in breve, ma con un certo incosciente compiacimento e corredata da tanto di foto. Tra l’altro si leggeva:
«Il momento più emozionante è stato quando i presenti hanno accolto calorosamente il cardinale Jorge Bergoglio, il quale ha rivolto un breve saluto e, come è suo costume, ha chiesto di pregare per lui. I pastori lo hanno preso in parola.
Il cardinale si è inginocchiato e tutti i presenti hanno chiesto per lui – che è “una delle voci profetiche della nazione” – abbondante sapienza».
Di fronte a constatazioni come queste, dobbiamo ringraziare l’intervento dello Spirito Santo
che non ha permesso che costui diventasse il capo visibile della Chiesa Cattolica.
Guardate in che stato si può ridurre un cardinale di Santa Romana Chiesa:
prono, con la mano destra sul petto (!?), la testa china verso la platea (cioè la massa indistinta dei presenti), mentre un’accolita di miscredenti di ogni risma stende la mano destra sul suo capo.
Tra questi quel buontempone di padre Raniero Cantalamessa, il quale farebbe bene a limitarsi a dar seguito a quello che gli suggerisce il suo stesso cognome, senza strafare più di tanto; così da evitare di dire strafalcioni come in questa occasione: “l’unità a partire dal cuore e a prescindere dalla verità di fede”.
«Suvvia, padre Raniero, confessi che nemmeno Lei crede davvero ad una incongruenza e ad una contraddizione come questa. Confessi che ha voluto fare solo una battuta ad effetto, ad uso e consumo di coloro che lo ascoltavano e che Lei sa bene come si accontentino facilmente di parole vuote».
«Suvvia, padre Raniero, confessi che nemmeno Lei crede davvero ad una incongruenza e ad una contraddizione come questa. Confessi che ha voluto fare solo una battuta ad effetto, ad uso e consumo di coloro che lo ascoltavano e che Lei sa bene come si accontentino facilmente di parole vuote».
Ovviamente, visto che è stato nominato “predicatore della Casa Pontificia” da Giovanni Paolo II e visto come si comporta sotto i suoi occhi lo stesso cardinale primate dell’Argentina, padre Raniero, poverino, dev’essere davvero scusato.
Una cosa del genere ci sembra davvero di una gravità inaudita.
Come è possibile che i fedeli cattolici dell’Argentina, e anche i fedeli cattolici del mondo intero, possano prendere sul serio “pastori” come questi ?
Se un cardinale di Santa Romana Chiesa si inginocchia davanti a dei miscredenti e si lascia benedire da costoro (non si capisce bene di che sorta di benedizione !), che senso ha l’esistenza stessa della Chiesa ?
E se per ipotesi assurda una cosa del genere avesse una sia pur minima giustificazione, a che servirebbe allora far parte della Chiesa Cattolica ?
A che servirebbe la sua stessa esistenza ?
A che servirebbero tutti i discorsi del Papa ?
A che servirebbe tutto il Magistero della Chiesa, compreso quello sindacabilissimo del Vaticano II ?
Una cosa del genere ci sembra davvero di una gravità inaudita.
Come è possibile che i fedeli cattolici dell’Argentina, e anche i fedeli cattolici del mondo intero, possano prendere sul serio “pastori” come questi ?
Se un cardinale di Santa Romana Chiesa si inginocchia davanti a dei miscredenti e si lascia benedire da costoro (non si capisce bene di che sorta di benedizione !), che senso ha l’esistenza stessa della Chiesa ?
E se per ipotesi assurda una cosa del genere avesse una sia pur minima giustificazione, a che servirebbe allora far parte della Chiesa Cattolica ?
A che servirebbe la sua stessa esistenza ?
A che servirebbero tutti i discorsi del Papa ?
A che servirebbe tutto il Magistero della Chiesa, compreso quello sindacabilissimo del Vaticano II ?
Che il Signore salvi la Chiesa dalle conseguenze delle colpe degli uomini della Chiesa.
Fonte: http://www.unavox.it/FruttiPostconcilio/NuoviPreti/CardBergoglioEcumenico.htm
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In questo video potete vedere alcuni momenti dell’incontro del CRECES del 2006, e precisamente l’esibizione del cantante Marcos Witt.
I seguenti video riguardano invece l’incontro del CRECES del 2012. Il primo (vai qua) ha delle foto di quell’evento e la registrazione audio dell’intervento dell’allora cardinale Jorge Bergoglio. Nel secondo video potete vedere alcuni momenti di quel raduno tra Cattolici e Evangelici, con l’intervento del francescano Raniero Cantalamessa (predicatore della Casa Pontificia), e quello del pastore evangelico della “Iglesia del Centro” di Buenos Aires Carlos Mraida, che è anche uno dei coordinatori del Consiglio di pastori di Buenos Aires. A proposito di Carlos Mraida va detto che è autore del libro: “Aiuto, Signore! La mia chiesa si è rinnovata e io non la capisco!” (Ed. Publielim) ed è stato oratore al convegno “Cristiani per la Città” tenutosi a Palermo nel 2011 (vedi foto).
Aggiungiamo inoltre che il noto predicatore evangelico argentino Luis Palau ha accolto l’elezione di Bergoglio al soglio pontificio dichiarando sul nuovo ‘papa’: ‘E’ centrato su Gesù Cristo … Rivolge le sue preghiere a Dio … E’ una grande benedizione e dobbiamo pregare per lui’!!
E’ evidente quindi che questo ‘nuovo’ papa costituisce un gravissimo pericolo per le Chiese Evangeliche perchè cercherà sicuramente di spingere ancora più chiese evangeliche a collaborare con la Chiesa Cattolica Romana. E perciò bisogna guardarsi da lui, come da un serpente velenoso, da un lupo che vuole guastare la vigna di Dio.
Fratelli “non vi mettete con gl’infedeli sotto un giogo che non è per voi; perché qual comunanza v’è egli fra la giustizia e l’iniquità? O qual comunione fra la luce e le tenebre? E quale armonia fra Cristo e Beliar? O che v’è di comune tra il fedele e l’infedele? E quale accordo fra il tempio di Dio e gl’idoli? Poiché noi siamo il tempio dell’Iddio vivente, come disse Iddio: Io abiterò in mezzo a loro e camminerò fra loro; e sarò loro Dio, ed essi saranno mio popolo. Perciò Uscite di mezzo a loro e separatevene, dice il Signore, e non toccate nulla d’immondo; ed io v’accoglierò, e vi sarò per Padre e voi mi sarete per figliuoli e per figliuole, dice il Signore onnipotente” (2 Corinzi 6:14-18).
Nessuno vi seduca con vani ragionamenti.
Dal blog di Giacinto Butindaro