Il Giubileo cattolico romano, chiamato anche Anno Santo, è una solenne indulgenza plenaria che viene concessa dal papa. Esso fu inventato da Bonifacio VIII (1294-1303) nel 1300. Con una sua bolla decretò che ogni cento anni chi avesse visitato ‘la basilica di San Pietro e quella di San Paolo in Roma’, e fosse in grazia, cioè assolto dai peccati, avrebbe guadagnato il condono di tutta la pena che avrebbe dovuto soffrire in purgatorio per i peccati commessi. (Durante quel primo giubileo indetto da Bonifacio VIII i cronisti dicono che il denaro veniva raccolto con i rastrelli tanto era abbondante).
Clemente VI (1342-1352) ridusse il Giubileo ad ogni cinquanta anni, e così il secondo Giubileo fu celebrato nel 1350. Urbano VI (1378-1389) lo ridusse ulteriormente a trentatré anni in memoria degli anni che Gesù visse in terra. Infine Paolo II (1464-1471) ordinò che il Giubileo si celebrasse ogni venticinque anni e tale è rimasto da quel tempo l’intervallo di tempo tra un Giubileo e l’altro.
Secondo quello che dice l’Enciclopedia Cattolica le condizioni solite ad apporsi per l’acquisto del Giubileo ordinario sono la confessione, la comunione, la visita a determinati luoghi di culto della chiesa cattolica e la recita di alcune preghiere. Dal 1950 non è più indispensabile venire a Roma per lucrare questa indulgenza.
Nel Dizionario storico del papato si legge infatti che in quell’anno la costituzione apostolica Par annum sacrum proclamò il carattere universale dell’indulgenza giubilare per cui ‘non fu più indispensabile compiere il viaggio a Roma, essendo gli ordinari autorizzati a designare in ciascuna città episcopale, per le visite prescritte, la cattedrale e due altre chiese od oratori in cui il culto si celebrava regolarmente’ (Dizionario storico del papato, Milano 1996, pag. 66).
Per quanto riguarda il Giubileo occorre dire che benché nella legge di Mosè si parli di un giubileo ordinato da Dio, quello cattolico non ha nulla a che fare con esso. Ricordiamo in che cosa consisteva il giubileo giudaico. Dio disse a Mosè: “Santificherete il cinquantesimo anno, e proclamerete l’affrancamento nel paese per tutti i suoi abitanti. Sarà per voi un giubileo; ognun di voi tornerà nella sua proprietà, e ognun di voi tornerà nella sua famiglia. Il cinquantesimo anno sarà per voi un giubileo; non seminerete e non raccoglierete quello che i campi produrranno da sé, e non vendemmierete le vigne non potate” (Lev. 25:10,11.
In quell’anno quindi, secondo la legge, chi a motivo della sua povertà aveva negli anni precedenti venduto una sua proprietà, ritornava in possesso della sua proprietà; e parimente anche chi a motivo della povertà si era venduto come schiavo a uno dei suoi fratelli in quell’anno tornavo libero. Questo giubileo era l’ombra di ciò che doveva avvenire quando sarebbe venuto Cristo; perché come al giubileo lo schiavo tornava in libertà così con la venuta di Cristo coloro che erano venduti schiavi al peccato sarebbero stati affrancati dal peccato mediante l’Evangelo della pace.
Ma i papi che sapevano come sfruttare le ombre della legge per arricchirsi, ecco che hanno preso il giubileo giudaico e ne hanno fatto un giubileo che da un lato libera il Cattolico da tutta la cosiddetta pena che deve scontare in purgatorio e dall’altro fa affluire nelle casse del papato ingentissime somme di denaro. Che inganno!
Tratto da:
G.Butindaro, La Chiesa Cattolica Romana
G.Butindaro, La Chiesa Cattolica Romana